Napoli- Rottamare, riqualificare, rinascere: il respiro delle città

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Questo il tema al centro del convegno promosso dalla Fondazione Fiorentino Sullo con il patrocinio dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Campania, tenutosi a Napoli il 21 Aprile alle ore 15.30 in via Aspreno 2. Ai saluti istituzionali del Presidente dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio Andrea Prete, è seguita la relazione introduttiva del CEO Calcestruzzi Irpini SpA, Silvio Sarno, che ha coordinato anche la tavola rotonda cui parteciperanno: il prof. Aldo Loris Rossi docente di progettazione architettonica alla Università Federico II di Napoli, il prof. Giuseppe Franco Ferrari docente di diritto costituzionale alla Università Bocconi di Milano, l’avv. Achille Colombo Clerici presidente Assoedilizia Milano, il notaio Andrea Mosca, l’arch. Diego Zoppi dell’Ordine Nazionale degli Architetti e dei Paesaggisti, il dott. Sergio Crippa, presidente nazionale Federbeton, il dott. Gianni Lettieri, Presidente Meridie investimenti.

L’appuntamento di Napoli, che segue quello già tenutosi a Roma, costituisce un nuovo e importante momento di riflessione e confronto finalizzato alla formalizzazione di una proposta di legge volta ad offrire soluzioni strutturali alla grande sfida della rigenerazione urbana in un Paese, l’Italia, dove sono oltre 7 milioni gli edifici localizzati in zone a rischio sismico e idrogeologico che ospitano circa 30 milioni di cittadini.

Il dato di fondo è la vetustà del patrimonio immobiliare nel nostro Paese, con conseguenti problematiche dal punto di vista della sicurezza e del risparmio energetico. Le condizioni di manutenzione degli oltre 30 milioni di abitazioni esistenti – dati arrotondati del Censimento 2011- indicano che oltre il 22% degli edifici risulta in stato di conservazione mediocre (19,9%) o pessimo (2,2%); nel complesso si tratta di quasi 3 milioni di edifici parte dei quali malamente costruiti soprattutto nell’immediato dopoguerra con evidenti necessità di riqualificazione. In molti casi, a causa non solo del cattivo stato di conservazione, ma anche della cattiva edilizia originaria, invece di ristrutturare, risulta più conveniente abbattere e ricostruire. Una pratica in uso nei Paesi più avanzati, dalla Germania agli Stati Uniti, ma che in Italia – dove l’80% vive in case a titolo di proprietà o assimilabili – presenta problemi di non facile soluzione.