Guardia Sanframondi (BN): migliaia di persone per i Riti Settennali

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Oggi i Riti Settennali di Penitenza in onore dell’Assunta che in questi giorni si sono svolti a Guardia Sanframondi hanno raggiunto l’apice con la processione. Dopo la messa celebrata in piazza S. Filippo dal vescovo Domenico Battaglia, la processione ha iniziato il suo lungo e particolare cammino lungo i vicoli e le stradine di Guardia.

Tra angoli stretti e caratteristici dove, tra le tante persone ammassate, era difficile anche il passaggio, la processione si è snodata lungo il paese per poi far ritorno, nel tardo pomeriggio, a piazza S. Filippo. Ogni sette anni, per sette giorni, i quattro rioni del paese e cioè Portella, Fontanella, Croce e Piazza si alternano nelle processioni di “penitenza” e di “comunione” per poi giungere, l’ultimo giorno, tutti insieme a rappresentare i Misteri ed i quadri viventi che sono ripresi dall’Antico e dal Nuovo Testamento e dalla storia della chiesa.

La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, la rappresentazione dei Santi: Rocco, Leucio, Maria Goretti, Padre Pio,Michele Arcangelo, Massimiliano Kolbe, Giovanna D’Arco questi solo per citarne alcuni, sono stati sapientemente rappresentati da migliaia di figuranti, di ogni età, estrazione sociale, sesso e colore della pelle. Bambini piccolissimi e persone anche anziane hanno partecipato attivamente e tenendo conto della durata della processione, del suo lungo percorso e delle temperature alte, ci si può rendere conto che non è facile o semplice. Per questo, come già scritto in un precedente articolo, è riduttivo e troppo banale pensare che i Riti Settennali siano solo i flagellanti od i battenti.

Ognuno di loro, per la propria parte, si è impegnato e sacrificato e per questo, al passaggio della processione un doveroso e quantomeno rispettoso silenzio è sceso, così come gli eventuali applausi che sono stati subito bloccati sul nascere e da più parti, anche dall’interno della processione stessa si è levata la frase: “è un atto di penitenza, non un teatro, non dovete applaudire”. Purtroppo la maggior parte delle persone arrivate oggi a Guardia l’ha fatto per vedere solo la parte più cruda dell’intera processione e cioè quella dei battenti. Vedere due file interminabili e parallele di persone, sia uomini che donne, che si battono ripetutamente il petto non è sicuramente una cosa adatta per tutti: qualcuno, infatti, si è sentito male al loro passaggio.

Ad inizio processione gli incappucciati indossano tuniche bianche, poi con una spatolina sulla quale sono conficcati 33 aghi iniziano a battersi, si fermano brevemente solo per permettere a chi li accompagna di versarci sopra del vino, dopodiché riprendono incessantemente per tutta la durata della processione. Già dopo qualche decina di metri il colore della tunica cambia, a fine processione per molti di loro di bianco non è rimasto nulla. Come un campo di neve che inizia a sciogliersi e a sporcarsi di terra così sembra la loro tunica passo dopo passo.

Di questi incappucciati e dei battenti resterà solo la loro immagine impressa su tantissime foto e video, probabilmente saranno oggetto di dibattiti pseudo culturali che tenteranno di dare una spiegazione ed una giustificazione a questa tradizione considerata da molti anche “barbara” e densa di fanatismo, ma siamo certi che al di là di ogni possibile spiegazione logica od illogica, la processione di Guardia è tra le più particolari che possano esserci ed in quanto tale resterà nella memoria di quanti oggi sono accorsi in questo piccolo paesino, venuti in cerca di nessuna spiegazione perché non sempre c’è una spiegazione a tutto.