Sta per chiudere i battenti, a Prata di Principato Ultra, la mostra dello scultore Tony Salvo. Ho appena fatto in tempo ad ammirare delle opere pregevoli che, oltre alla straordinaria padronanza nel trattare la materia su cui esercita il proprio genio creativo, rivelano il forte desiderio dell’artista di far riflettere. La materia utilizzata è il gesso che diviene il terreno su cui si esercita la meticolosa e paziente opera di intervento dello scultore, desideroso di fondere realizzazione materica e proposta di discussione sul futuro della terra e sul destino dell’umanità. L’artista interviene sulla materia, presa a prestito di testimonianza archeologica di un futuro prossimo, in cui immagina che si debba prendere atto dei danni, forse irreversibili, arrecati alla nostra madre terra. Le sculture proposte portano tutte lo stesso titolo: Rifiuti, seguiti dalla numerazione progressiva, come a voler testimoniare che il motivo ispiratore di tutte le opere realizzate è lo stesso: il grido di dolore per le ferite mortali che stiamo procurando alla terra, con una condotta dissennata, segnata dalla rimozione sistematica del male che produciamo, ora per distrazione ora per mancanza di rispetto del positivo che ci circonda. La composizione che Salvo realizza parte dall’assunzione di elementi del quotidiano che si fanno strumento di rovina e di morte; inonda la rappresentazione del negativo una proiezione di velatura cromatica che quasi porta a nuova vita la materia di partenza, il gesso, e la proietta in una dimensione di desiderata positività. L’artista non si limita a modellare la materia informe, a infondere vita e plasticità ad un comune elemento neutro, ma li piega a farsi testimonianza della tragedia che sovrasta l’umanità. Eppure, il messaggio che Salvo affida agli uomini di buona volontà è che, pur costituendo le scelte sballate dell’oggi premessa per una futura archeologia del degrado perpetrato nel presente, su di esse aleggia lo stimolo, la spinta della speranza, della positiva attesa di qualche barlume di resipiscenza che attutisca l’impatto negativo e ci conforti al pensiero che non proprio tutto è perduto. E’ questo il messaggio dell’artista Salvo che, manipolando il gesso, dosando la valenza cromatica con cui dà vita alle sculture, inanellando particolari minuti e vari con cui l’insieme è costruito, ci consegna opere che, in parte attingendo all’informale, in parte a spunti neorealistici, costituiscono una prova di come l’arte, utilizzando la specificità della materia a cui attinge, si fa monito e testimonianza della condizione umana, di oggi e di domani.
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