Ariano Irpino (AV): rivolta al carcere e poliziotto sequestrato

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Quello che è successo oggi nel penitenziario di Ariano Irpino ha portato alla ribalta nazionale il precario sistema penitenziario che vige in Italia. Da tempo il personale che opera nel carcere in provincia di Avellino é oggetto di aggressioni sia verbali che fisiche da parte dei detenuti. Meno di un mese fa proprio davanti al carcere irpino il Sappe, il maggiore sindacato di Polizia Penitenziaria, organizzò un sit-in per portare a conoscenza di tutti delle precarie condizioni di sicurezza in cui operano i poliziotti penitenziari e del problema del sottorganico. Da tempo ad Ariano si verificano episodi critici. Il penultimo risale ad ieri quando un ispettore ed un assistente sono stati aggrediti da un detenuto. Oggi la situazione é semplicemente esplosa ed ha raggiunto l’apice con il sequestro di un assistente, che è stato in balia di un’intera sezione di detenuti per piu di due ore. Il penitenziario ospita circa trecento detenuti che si trovano a regime aperto a fronte di un numero di poliziotti davvero esiguo. La rivolta è iniziata in una sezione del padiglione nuovo e subito si è estesa nelle altre. In pochissimo tempo più di cento detenuti ha fatto fronte comune contro poco più di una decina di poliziotti penitenziari. Scattato l’allarme generale e vista la particolare situazione, sono state allertare anche le altre forze di polizia presenti sul territorio e sono intervenuti carabinieri, finanzieri nonché altro personale di polizia penitenziaria provenienti da altri istituti campani. La situazione è diventata preoccupante perché nel frattempo i rivoltosi, alcuni dei quali in possesso di armi rudimentali, ma idonee per offendere, hanno distrutto tutto quello che hanno potuto e si temeva non solo per un’evasione di massa, ma soprattutto per la salute fisica dell’assistente che era stato sequestrato e chiuso nel gabbiotto. Solo dopo diverse ore e con tanta fatica si è riusciti a liberare il malcapitato ed a riportare l’ordine nel penitenziario. Sul posto sono arrivati, a conferma della gravità di quanto posto in essere dai detenuti,  tra l’altro, il questore di Avellino, il provveditore ed il capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Ciò che é successo oggi ad Ariano dimostra, ancora una volta, quanto da anni vanno affermando e che nelle ultime ore stanno riaffermando i sindacati e cioè le precarie condizioni di sicurezza che un operatore si trova quotidianamente ad affrontare, senza alcuna sicurezza per la propria incolumità ed il fallimento della vigilanza dinamica. In pratica l’Europa ha imposto e l’Italia subito si è adeguata, che un detenuto stia più tempo possibile fuori dalla stanza perché bisogna che si autoresponsabilizzi. Stando a quanto accaduto oggi ad Ariano ed anche in altri istituti, ciò ha comportato, secondo i sindacati, solo un aumento di aggressioni nei confronti del personale che si ritrova a lavorare in numero ridottissimo rispetto a quello dei detenuti che non fanno altro che “ciondolare” in sezione e nelle tante e diverse attività che vengono realizzate in carcere per il loro benessere. Date la particolari condizioni create dalla vigilanza dinamica le uniche certezze sembrano essere, secondo quanto denunciato dai sindacati, che i detenuti siano diventati difficilmente controllabili e che il personale lavori davvero in condizioni estreme. Al momento il personale di Ariano sta facendo il possibile per ripristinare quanto danneggiato dai detenuti e sta lavorando in turni no-stop, qualche sindacato, pare, che abbia fatto richiesta formale per la rimozione immediata del direttore. Nei prossimi giorni ci sarà anche un’interpellanza parlamentare su quanto accaduto ad Ariano.