Flumeri (AV) – Poche donne all’ex Irisbus. Silvia Curcio: “In Fiat non superiamo il 10 per cento

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Flumeri. Un grido di allarme si leva dai capannoni, o quel che è rimasto, dell’industria Italiana Autobus di valle Ufita. La forte”discriminazione”nei loro confronti, infatti, porta le donne dell’exIrisbus a scrivere una lettera a Stefano del Rosso, al quale chiedono che vengano date le stesse”condizioni di opportunità, nonostante la giusta idoneità al lavoro e “al sacrosanto diritto di esercitare la nostra prestazione”.

Attualmente sono soltanto due, su 50 tute blu, le donne che lavorano in fabbrica:una a tempo pieno e una, operaia, che lavora dieci giorni ogni mese. Quando in fabbrica erano in 290, le donne erano 36. Nella lettera a del Rosso, si sottolinea come”da quattro anni lei si è preoccupato della nostra condizione economica e sociale soltanto durante le messe di Natale”. Eppure le donne dell’ex Irisbus hanno sempre svolto il proprio ruolo con diligenza”. L’emblema delle lotte operaie di questa fabbrica, Silvia Curcio, che ancora oggi insieme agli altri in prima fila nel continuare la vertenza, ricorda come”le donne prima di tutti stavano davanti ai cancelli, protagoniste nei viaggi al Ministero, alle assemblee, e nel sindacato”.
Oggi appaiono”sfiduciate perché vedono precluso il rientro in fabbrica, nonostante idoneità medica “. L’unico reparto a lavorare è quello di lastroferratura. La Curcio aggiunge che “ci sono mansioni che si potrebbero svolgere, con i maschi, a rotazione”. Come nell’area materiali, il magazzino, pulizie e sorveglianza. Per la pasionaria di valle Ufita, “l’azienda non rispetta le pari opportunità, non guarda al reddito, in alcuni casi le donne sono capofamiglia, monoreddito e con figli a carico. Per cui ecco i diritti negati e la discriminazione di genere”.
E non sembra meravigliarsi perché “come in tantissimi posti di lavoro, in Fiat le donne non superano il 10 per cento”. E conclude che chiederanno l’intervento della consigliera alle Pari opportunità.
Giancarlo Vitale