A don Salvatore non piace la canzone che ha vinto Sanremo. “Vergognosa, una schifezza ” dice il parroco. Don Vitaliano della Sala gli chiede di essere “piu” cristiano”

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S. Martino Valle Caudina. Se ci si mette anche chi indossa la tonaca, allora, davvero c’è qualcosa che non funziona. Le polemiche seguite alla vittoria di Mahmood a Sanremo non finiscono più e, invece, a rinfocolarle ci pensa il parroco di un paese della provincia di Avellino. Che, per la verità, non è nuovo a uscite del genere.

Già lo scorso dicembre, don Salvatore Picca, parroco di S. Martino Valle Caudina, intervenendo nella trasmissione di Retequattro ” Quarta Repubblica ” si fece scappare, in pratica, che Salvini, quando dice quelle cose, segue quello che è scritto nel Vangelo.
E ieri, non poteva essere altrimenti, senza perdersi d’animo è tornato, anche lui, sulla vittoria al 69esimo Festival della canzone italiana di Mahmood, rapper milanese. Perché, ricordiamolo, il ragazzo viene dai quartieri di barricata della periferia.
Non è andato giu’, a don Salvatore, che a vincere questa edizione sia stata ” una schifezza del genere, canzone che non si può sentire, semplicemente vergognosa “.
Per il parroco Irpino avrebbe meritato di più il terzetto de ” Il Volo ” che, però, ” non erano musulmani, né pieni di tatuaggi, ma soltanto troppo italiani con una canzone troppo italiana”. Come riporta anche la emittente privata Retesei.
Insomma, prima gli italiani, come dice sempre il ministro dell’Interno, l’evangelico (secondo don Salvatore, ndr) Matteo Salvini. Ma a don Picca è sfuggito che Mahmood, nato da madre italiana e da padre egiziano, è italiano quanto loro. E, cosa alquanto divertente, parla una lingua in cui i congiuntivi sono tutti al posto giusto. Basta ascoltare le interviste. Comunque, don Picca, non si è fermato qui. ” Sarò un nazionalista, sovranità, fascista, squadrista (questo lo avevamo capito, ndr) ma Mahmood non si può sentire. La canzone italiana è ridotta male “.
Ma è intervenuto nella questione anche don Vitaliano della Sala, parroco di Mercogliano. Il quale invita il suo collega a dire ” qualcosa di più cristiano di quello detto “. Secondo don Vitaliano sono ” discussioni razziste e che le fa un prete fa ancora più male “. Nonostante tutto, chi una volta, le cronache, definivano ” prete barricadero “, aggiunge: ” Difendere fino alla morte don Salvatore perché possa esprimere il suo pensiero. Anche se nono condivido. Siamo figli di un Dio meticcio, né bianco, rosso o nero “. La canzone che ha vinto a Sanremo, a don Vitaliano, piace”ma non giudichiamo la persona “.

Giancarlo Vitale