Alfonso Carpentieri, intellettuale di Avellino: giovedì 18 aprile la presentazione del libro presso la Biblioteca Provinciale

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Giovedi 18 Aprile alle ore 16.30 presso la Sala Penta della Biblioteca Provinciale di Avellino, Giuseppe Morante presenterà il libro “Alfonso Carpentieri. Intellettuale di Avellino Fine ottocento,  prima metà del Novecento”

 

Al tavolo dei relatori, la Dott.ssa Monica Cinque, direttore generale della Provincia di avellino, Nunzio cignarella, vicepresidente del centro guido dorso, Enrico Pierangeli neurochirurgo, il Prof. Giuseppe Morante autore del Libro.

 Alfonso Carpentieri nasce ad Avellino nel 1876 e vi muore 83 anni dopo, ha vissuto la sua vita come un giovane, un uomo e un giornalista libero e intelligente nel definire il suo spazio di azione. Giovanissimo si avvicina al giornalismo e collabora con uno dei fogli provinciali più prestigiosi “La Sentinella Irpina” diretto da Achille Vetroni, poi con “Il Torneo” che diresse dal n. 15 del 1900 e anche dopo che questo si fuse con il giornale di Vetroni.

Dopo la laurea in Giurisprudenza torna ad Avellino con un notevole bagaglio di esperienza, infatti aveva diretto il grande giornale “La Gazzetta Popolare” che lo aveva consacrato definitivamente con lo pseudonimo di Don Ramiro  e proprio nella sua amata città prende la direzione del conosciuto giornale “Il popolo Irpino” e dopo 10 anni nel 1925 succede al grande giornalista meridionalista irpino Guido Dorso nella direzione del “Corriere dell’Irpinia” e lo guiderà per  5 anni, in un ‘epoca difficile per la storia italiana.

Come ha avuto modo di sottolineare Giuseppe Pisano “Il Corriere con Dorso fu un giornale provinciale ma per niente provinciale” con Carpentieri il giornale continuò ad essere, per il territorio irpino un punto di riferimento culturale politico dove l’argomento in esame era trattato sempre in modo critico ma solo con un punto di vista diverso da Dorso.

Il suo antifascismo si espresse in modo netto e inconfutabile con il  dichiarato sdegno verso l’assassinio di Giacomo Matteotti, tanto che fu radiato dall’albo dei giornalisti. Intanto nel 1929 con Cannaviello aveva dato vita alla rivista “Irpinia”, mensile illustrato del Corriere fortemente voluto dai fratelli Pergola, che diresse solo fino al 1931.

Con la fine degli anni bui, Carpentieri ritorna a praticare la sua professione di giornalista alla luce del sole dirigendo “L’amico del popolo” settimanale irpino della democrazia cristiana e assumendo nuovamente la direzione del “Corriere dell’Irpinia”, che tenne fino alla morte. Alfonso Carpentieri giornalista libero, si impegnò nel dopoguerra a sostenere la politica della democrazia anche senza ricoprire incarichi particolari, amante della sua terra, critico con chi non si attivava per valorizzarla e di questo ne scrive ampiamente in alcuni suoi lavori letterari come  “ Per una guida illustrata dell’Irpinia : lettera aperta a tutti gli irpini residenti fuori provincia, in colonia e all’estero”

Oggi a vent’anni dall’inizio del nuovo secolo, che nei sogni era ricco di promesse e speranze, ci ritroviamo a parlare ancora degli stessi argomenti, enunciando le stesse dolorose preoccupazioni dei nostri padri irpini, come l’assuefazione alla pigrizia e la mancanza di coraggio nel mettersi in gioco.

La serata sarà arricchita dal Vernissage di Silvia Carpentieri, artista e pronipote di Alfonso Carpentieri.