Trieste: uccisi due poliziotti

384

L’agente scelto Pierluigi Rotta, 34 anni di Napoli e l’agente Matteo Demenego, 31 anni di Velletri, sono morti questo pomeriggio intorno alle ore 17 nella questura di Trieste in uno scontro a fuoco con due rapinatori che avevano arrestato. I due, Alejandro Augusto Stephan Meran, di 29 anni, affetto da disagio psichico, e Carlysle Stephan Meran, di 32 di origine dominicana, erano stati accompagnati in Questura perché accusati di essere i responsabili del furto di uno scooter. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che uno dei due, dopo essere riuscito ad impossessarsi dell’arma di ordinanza di un poliziotto, abbia iniziato a far fuoco. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati. Questo triste e doloroso episodio, che segue di qualche mese, l’uccisione del carabiniere Mario Cerciello Rega avvenuto a Roma per mano di due turisti americani, sembra confermare l’impotenza dello Stato italiano nel riuscire a difendere i suoi uomini. Uomini e donne che per per poco più di mille euro al mese rischiano la vita. Stato che offre sconti di pena per riti abbreviati, per coloro che soffrono realmente o falsamente di problemi psichici, per coloro che hanno la fortuna di poter assumere un bravo avvocato. Sconti di pena per chi fa il “bravo” in carcere, dove, magari, per impiegare il tempo studia quando “fuori” non tutti possono permettersi di pagare una retta universitaria, dove facilmente si lavora e si percepiscono contributi mentre “fuori” ci si può ritenere fortunati se si riesce a lavorare almeno a “nero”, dove il vitto, compreso di colazione, e l’alloggio con tv in camera sono sempre garantiti, dove si può partecipare a corsi di musica, teatro, cucina e chi più ne ha più ne metta, mentre “fuori” alcune famiglie hanno sempre più difficoltà a garantire un pasto a tavola. Dove sempre più spesso una madre, un padre, sono costretti a far capire ad un figlio che quel corso a cui desidera tanto andare non se lo possono permettere perché tra un tiro ad un pallone ed un piatto in tavola, bisogna dare la priorità alla pancia. Forse é arrivato il momento di non nascondersi dietro alle lacrime ed alle belle parole. Pierluigi e Matteo sono figli di uno Stato che non é stato capace di tutelarli e che non sarà capace di rieducare gli assassini. In Italia i colpevoli vanno rieducati e non puniti. E giá questo fa pensare.