La Genesi del Coronavirus e il coraggio di raccontarla!

Di PIERO MESSINA
Questo è un virus che viene da lontano. Forse, da quel Plan for a new american century, scritto e pensato nel 1999. In quelle pagine, viene riportata la possibilità di utilizzare, la guerra virale e batteriologica come leva di politica internazionale. Mettendo da parte la crisi sanitaria e volgendo lo sguardo al recente passato, chiunque non abdichi alla ragion critica, dovrà ammettere che questa tragedia non giunge inaspettata. In fondo, lo sapevano tutti nelle alte sfere. Lì,  dove il potere e la sua gestione sono uno strano connubio tra alchimia, esoterismo e regole tribali.  lo sapevano da almeno un anno. Guardiamo al mondo dalla finanza e del business. Chi ha organizzato l’Event 121? Non hanno avuto neanche bisogno della sfera di cristallo, per fare armi e bagagli e lasciare ad altri, l’arduo compito di gestire il “cigno nero” del Covid 2019.  La prima epidemia a colpire il mondo della finanza globale è iniziata nel secondo semestre dello scorso. La prima ondata ha visto quasi mille Chief executive officer (gli amministratori delegati plenipotenziari, per capirci) abbandonare la tolda di comando delle loro rispettive compagnie, lasciando ogni carica. Strana epidemia, questa, veramente globale. In pochi mesi ha colpito Larry Page (Alphabet Google), Bog Iger della Disney, e si è estesa a brand globali come Kraft-Heinz, Boeing, Under Armour, United Airlines e McDonald’s, soltanto per citare alcune tra le più note delle brand globalizzate. Ultimo ad abbandonare la nave, ai primi di marzo, da vero capitano, è Bill Gates, fondatore e leggendaria firma di Microsoft. A leggere i listini delle Borse mondiali, hanno avuto ragione. Dopo anni di buybucks finanziati dalle iniezioni monetarie della Federal reserve, le quotazioni erano delle bolle paragonabili per dimensioni al dirigibile Hindenburg.
Un fuggi fuggi generale prima della tempesta, sanitaria e finanziaria, che sta demolendo il pianeta, con colpi sempre più duri e precisi. Duri, perché di questa malattia si conosce poco o nulla. Precisi, perché, il Covid 2019 possiede una specifica caratteristica “geopolitica”. A varie dimensioni. In un modello di diffusione “local”, riesce a infettare i principali nemici del “disegno globale”. Dopo la morte “manu militari” del generale Soleimani, il capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, da Teheran giungono voci di un contagio estramente virulento tra i ranghi di quella formazione, vero collante politico e militare della nazione parsi.  Altrettanto violento è stato il coronavirus contro quella formazione che da sempre agita i sogni del Deep State statunitense: Hezbollah. Da Nasrallah in giù, sarebbero tutti positivi al Covid 2019.  Anche in un piano globale, il virus ha un suo vissuto geopolitico: la mappa dei contagi, almeno nella prima fase, sembra perfettamente sovrapponibile ai territori che il governo cinese avrebbe voluto includere nel progetto infrastrutturale “Silk and Belt road”.  Ed il fatto che la Russia sia fino ad ora emendata dalla diffusione del virus, fa riflettere. Di questi tempi è saggio coltivare il vizio della memoria. Esattamente tre anni fa, il  Cremlino formulò una protesta ufficiale nei confronti degli Stati Uniti, dopo aver scoperto che personale “civile” di quella nazione stava selezionando e campionando il dna delle diverse etnie della Russia.  Che abbiano capito la natura del gioco con quel margine di anticipo sufficiente a creare una barriera difensiva? Non si può escludere nulla.
E’ difficile comprendere dove si possa fermare questo wargame. Ed è anche complicato stabilire chi sia il responsabile. Sempre che ve ne sia uno. Soprattutto alla luce di quanto sta avvenendo in queste ore tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Chi ha tentato di additare proprio l’asse anglobritannico come responsabile di questo progetto, deve oggi confrontarsi con quanto sta accadendo tra Londra e Washington.  Anche perché, a leggere bene le accuse lanciate dal governo cinese contro Washington, nei giorni scorsi, fanno riferimento a un episodio “doloso” e non colposo.   Mettendo in ordine i fatti, il governo cinese, partendo dall’analisi dell’audizione di un dirigente del Cdc (l’equivalente del nostro Istituto superiore di Sanità) e dalla chiusura del laboratorio Bls4 di Fort Detrick (un centro militare veramente funesto, già noto alle cronache per gli incidenti del 1985 e per le lettere all’Antrace post 11 settembre, con la polverina magica che giungeva proprio da quel sito), chiede di avere accesso ai dati sanitari di quegli ospedali statunitensi dove, per ammissione dello stesso Cdc, si sarebbero verificati casi di covid2019, già alla fine dell’autunno scorso. Il balzo del virus nel territorio del Dragone, sempre a detta di Pechino, sarebbe stato reso possibile dalla celebrazione delle Olimpiadi Militari di Wuhan, avviate proprio a metà di ottobre dello scorso anno.
Non è vero, dunque, che nulla sarà come prima. Sarà esattamente come prima, solo che sarà peggio. Il potere finanziario globale sta mutando pelle. I margini di libertà, confronto e democrazia saranno sempre più stretti. La decrescita non sarà felice ma avrà carattere globale e permanente.  Sarebbe utile cercare di comprendere questa storia per simboli. Ancora una volta, l’evento si esprime in forma di simbolo gematrico nella foggia del sacro 11. Perché l’Oms ha scelto di dichiarare la pandemia proprio l’11 marzo? Sarebbe bastato farlo un giorno prima o un giorno dopo, per fugare ogni dubbio e fermare ogni possibile collegamento con ciò di quanto è stato propinato, in modalità invisibile ed esoterica, sotto le spoglie di quel numero a doppia cifra. E se voi pensate alle Twin Towers, un più acuto osservatore – esperto di fenomenologia cabalistica – potrebbe persino collegare l’attuale sfera visibile del mondo all’attentato contro Rudi Dutschke, alla caduta dell’ambasciata Usa di Bengasi, alla strage di Atocha o alla barbara uccisione di Salvator Allende.  Forse è stata madre natura. O forse si tratta di un attacco militare. Ma se lo è, non è convenzionale, nel senso più ampio del termine. Perché alleanze, schieramenti e responsabilità non vanno lette con le regole canoniche. Chi si aggrappa a Defender Europe 2020, si accontenta di una soluzione di comodo. Le nuove regole d’ingaggio, appartengono a un mondo profondo e sconosciuto ai più. Se è stato un atto militare, lo capiremo a breve. Perché tutto si tiene nell’immaginifico. Ed in fondo, anche questa analisi è del tutto irrilevante. Perché si tratta soltanto di salvare in qualche modo la pelle.