La riunificazione del “Vecchio continente”…un flop annunciato! di Giuseppe Di Leo
di Giuseppe Di Leo
Europa, il nome che la principessa, concupita da Zeus, così narra la mitologia greca, ha dato a questo nostro continente, interamente situato nell’emisfero settentrionale. E così onomatopeico, che ha sempre racchiuso in sé, un sogno di unità, di popoli che da sempre si sono combattuti, pur avendo la stessa cultura, la stessa religione e un tempo, la stessa lingua, il latino. Carlo Magno, Carlo V d’Asburgo, Napoleone, soltanto alcuni, dei sovrani che hanno tentato, di rendere questa area geografica, uno stato unitario. Un sogno che sembrava essersi materializzato, con la fine della seconda guerra mondiale, quando popoli che avevano cercato di annientarsi, seguendo ideologie suprematiste e razziste, per fortuna minoritarie e sconfitte, ma che comunque immaginavano, una riunificazione del cosiddetto, vecchio continente; si incontrarono dopo la fine del conflitto bellico, per dare inizio, in tempi di pace al trattato di Roma, nucleo embrionale, di quel sogno che alberga in ogni cittadino che abita questa parte del mondo. Ma i fantasmi del passato, ritornano prepotentemente, come incubi, e obnubilano le menti dei nostri governanti, che di fronte a sfide epocali, come la pandemia di coronavirus in atto, sono incapaci di decidere e di dare slancio, al perseguimento di un sogno di unità, che potrebbe magicamente, trovare compimento sulle rovine di istituzioni, come la Commissione Europea, il Consiglio d’Europa, la BCE, il MES, che non rispondono a nessuno, perché organismi non democraticamente eletti. Oggi è il momento di scelte difficili, ma storiche, che potrebbero portare in un futuro non molto lontano, agli Stati Uniti d’Europa, una visione, una idea, che dovrebbe far sognare ogni governante, dei paesi europei. Le sfide che ci attendono, si chiamano, Cina, India, e altre realtà vivaci, perché con indici demografici galoppanti, rispetto alla nostra decrescita demografica, che vede proprio la Germania e l’Italia, fanalini di coda del continente europeo, non avremmo nessuna possibilità di competere, e col tempo, saremmo sempre più marginalizzati e colonizzati, da realtà geopolitiche, che manifestano, già da oggi mire egemoniche. Solo uniti, possiamo determinare, e orientare le scelte del futuro, in un mondo diventato piccolissimo, altrimenti saranno altri, non proprio campioni di rappresentanza democratica, a decidere anche per noi. Oggi noi rappresentiamo, come Europa, l’area più ricca e più civilizzata del mondo, democratica, tollerante, dove i diritti civili sono pienamente rappresentati, con una cultura sterminata, ricca di opere che l’ingegno umano, abbia mai potuto concepire. Potrà mai essere, un piccolo virus, abitante della terra ben prima, della nostra comparsa, ad innescare un effetto domino positivo, per far si che questa meravigliosa idea, onirica, possa trovare realizzazione, portando i nostri litigiosi ed egoisti governanti, a seminare e a far germogliare frutti dolcissimi, di unità?