Grottaminarda- La pandemia non ci ha reso migliori. Lo studio degli psicologi allo sportello amico

Grottaminarda. Ci prenderà l’ansia, ancora di più, e la depressione. Sarà diverso da prima. A conclusione del la”fase due”della emergenza sanitaria che ha, finora, affrontato il Covid 19 mentre i dati diminuiscono, adesso ci accorgiamo che” è anche un fatto di testa”. Difficile, comunque, da combattere. È la conclusione che hanno tirato, alla fine dello “sportello amico” del comune ufitano, gli psicologi che per più di un mese hanno ascoltato le persone che si sono rivolte a loro.”Questa pandemia non ci ha reso migliori-dice infatti Romina Cappuccio, psicoterapeuta che ha fatto parte del team – ma solo più disturbati, depressi, ansiosi ed ipocondriaci”. La settimana scorsa si è concluso il supporto telefonico    ed è venuto fuori che stiamo vivendo”la sindrome della capanna”. Quello di vivere questa situazione”a due facce-dice la dottoressa Cappuccio-. Da un lato c’è chi nega il rischio, facendo movida selvaggia, senza nessun tipo di controllo come se avesse già dimenticato tutto, mentre dall’altro c’è chi, invece, vive il rischio in maniera esagerata rendendo fobica qualsiasi uscita che diventa, in questo modo, troppo pericosa”. Un modo di esorcizzare la paura. ” Si sente la paura di tornare alla vita di prima”. Secondo la giovane psicoterapeuta”il problema che lega le due facce della stessa medaglia è il controllo. O totalmente assente oppure troppo e patologico”. Il Covid  ha portato a galla, se ce ne fosse ancora stato bisogno,”la nostra vera essenza:la vulnerabilità e l’incapacità di vivere in un equilibrio accettabile”. Allo sportello telefonico di Grottaminarda si sono rivolte persone “che ci hanno parlato di ansie e fobie legate al rischio del contagio e di sensazioni legate alla rabbia di chi esce senza prendersi troppe responsabilità”. Come può essere quella di indossare le mascherine o anche al non rispetto delle distanze consentite.”Io ed il gruppo di colleghi-continua Cappuccio-ad ogni modo abbiamo fatto sentire la nostra presenza e disponibilità”. Una cosa, però, la avevano messa in conto. Si è avverato
questo. “Che la gente ha paura della gente. Un senso di sfiducia, reciproco, con le relazioni che per certi versi rischiano di andare verso la crisi”. Intanto, al termine del progetto di sostegno psicologico si dice”soddisfatto”il presidente della Pubblica Assistenza locale, Michele De Luca, che per il lavoro svolto ringrazia il Piano Sociale di Ariano Irpino, e il pool di dottori che hanno lavorato insieme.
Giancarlo Vitale