Circa venti sono i microcellulari scoperti durante una brillante operazione effettuata dalla polizia penitenziaria nella casa circondariale di Benevento. L’operazione è scattata nelle prime ore della mattina ed ha interessato i detenuti del circuito alta sicurezza. A dare supporto al personale operante nell’istituto a contrada Capodimonte anche poliziotti penitenziari provenienti dai nuclei provinciali traduzioni e piantonamenti e dal NOC. Alcuni telefonini sono stati ritrovati nascosti nelle ciabatte, ma la maggior parte occultati nell’ano. Convinti, forse, che il “nascondiglio” fosse sicuro ed al di là di qualsiasi controllo ed invece prima i metal detector e poi le successive radiografie eseguite in ospedale, non hanno lasciato adito ad alcun dubbio. Il paradosso è che l’introduzione ed il possesso di telefonini in carcere non è considerato reato e, di conseguenza, non è penalmente perseguibile. Così come basterebbe installare apparecchiature che possono schermare le sezioni detentive ed inibire, di conseguenza, i telefonini, così come più volte chiesto dalle varie sigle sindacali, per farsí che il problema venga rimosso.