Ho discusso stamane alla Camera dei Deputati la mia interpellanza urgente al Ministero dell’ambiente sui problemi legati alla gestione del servizio idrico in Irpinia e Sannio. Una gestione caratterizzata da disservizi, ormai quotidiani, a danno dei cittadini di più di cento comuni dell’entroterra campano.
Posso definire parzialmente soddisfacente tale risposta, in quanto, innanzitutto, riconosce l’esistenza di una grave problematica. Problematica che, ripeto, interessa nello specifico i territori serviti dalla società Alto Calore s.p.a.
Da apprezzare anche, che, al fine di avere un quadro informativo aggiornato, il Ministero dell’ambiente ha provveduto a richiedere all’Ente idrico campano e alla Regione Campania informazioni in merito alla denunciata inefficienza gestionale dell’Alto Calore Servizi S.p.A. e in merito agli interventi urgenti programmati nel 2017 e 2018 che la Regione Campania avrebbe dovuto finanziare, nonché informazioni alla Regione e all’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale in merito ai trasferimenti di risorsa idrica tra la Regione Campania e la Regione Puglia.
Da riconoscere anche l’impegno finanziario profuso dal Ministero dell’ambiente a sostegno degli interventi per il servizio idrico nella Regione Campania. Come rilevato dalla risposta all’interpellanza, il Ministero ha finanziato nel 2008 interventi per oltre 7 milioni di euro nei Comuni dell’avellinese e del beneventano, attivando investimenti per complessivi 10 milioni di euro; nel 2012, con una seconda integrazione, stanziava ulteriori 2,4 milioni per alcuni Comuni ricompresi nelle suddette Province per complessivi 3,5 milioni;
Inoltre, evidenziato nella stessa risposta, il Ministero ha sottoscritto, in data 20 luglio 2020, in attuazione delle Delibere CIPE n. 55/2016 e 11/2018 sui Fondi Sviluppo e Coesione del Piano Operativo Ambiente, l’Accordo di Programma con l’Ente Idrico Campano, con il Commissario Unico per la depurazione e con la Regione Campania, per la realizzazione di interventi di miglioramento del Servizio Idrico Integrato. Le somme rese disponibili ammontano a € 171.023.884,91, di cui € 132.991.637,01 a valere sul PO Ambiente FSC 2014-2020 e € 38.032.247,90 cofinanziati dalla Regione Campania, a beneficio dell’intero territorio regionale.
Con tutta evidenza, nonostante la disponibilità di risorse, gli enti territoriali hanno fatto molto poco.
Occorre fare tantissimo per arrivare ad una normalizzazione del servizio idrico per i cittadini.
La questione igienico-sanitaria riguarda, innanzitutto, migliaia e migliaia di cittadini che, a fronte di buone pratiche individuali consigliate o prescritte durante questa fase particolare legata all’emergenza epidemiologica da Covid-19, non possono lavarsi, né utilizzare adeguatamente i servizi igienici. La semplicità e brutalità del problema non lascia scampo a tante interpretazioni della realtà.
Ancora, irrisolta, come ho evidenziato nella mia controreplica al Ministro, la questione fondamentale della ripartizione della risorsa idrica tra Regione Campania e Regione Puglia.
La gestione dell’amministratore unico Michelangelo Ciarcia si sta caratterizzando dunque, per la perfetta continuità con il passato, e neanche sappiamo se il recupero credito affidato in tempi recenti alla Crearci, una società esterna, abbia sortito qualche effetto sulle condizioni patrimoniali dell’Alto Calore.
Il Governo si impegni a valutare una soluzione che, non solo sia diretta al risanamento patrimoniale dell’ente, ma che vincoli lo stesso al potenziamento ed all’ammodernamento delle proprie infrastrutture al servizio della rete attraverso un piano di programmazione di interventi da effettuare con i relativi costi da affrontare. Al tempo stesso si impegni, a lungo termine, nel perseguire il superamento dell’attuale forma giuridica della gestione dell’Alto Calore, garantendo la gestione pubblica del servizio idrico integrato.
Ancora, il Governo istituisca un tavolo permanente tra MISE, MIT, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Campania, Regione Puglia ed Autorità di Distretto competenti al fine di intervenire seriamente sulla questione della ripartizione della risorsa idrica, superando il protocollo d’intesa tra la Regione Campania e la Regione Puglia, ratificato dalla delibera della giunta regionale n. 309 del 28 giugno 2012, e sottoscritto a Roma il 10 maggio 2012.
Le istituzioni non possono ignorare gli abitanti di più di cento comuni, che tutti i giorni, e come tutti gli anni durante il periodo estivo, debbono far ricorso a taniche riempite alle fontane, a bottiglie e secchi per far fronte alle più elementari esigenze individuali e familiari. Uno spaccato di vita quotidiana che, probabilmente, De Luca e De Mita, i garanti delle scelte compiute sui territori a danno dei cittadini, neanche conoscono. Uno scenario che in parte ha riportato le condizioni di vita quotidiane ad un secolo fa.