Antonio Ingroia: Immediato ripristino blocchi licenziamenti, chi ha avuto soldi dallo Stato non è accettabile lasci lavoratori per strada. Mobilitazione sociale per ripristino articolo 18 e diritti cancellati dei lavoratori
Azione Civile – Popolo per la Costituzione e il presidente Antonio Ingroia esprimono sconcerto e profonda preoccupazione di fronte le notizie che stanno giungendo da vari territori dal mondo del lavoro con migliaia di lavoratori licenziati anche via email.
Lo sblocco dei licenziamenti da parte del governo Draghi e il vergognoso accordo dei sindacati confederali con Confindustria di inizio luglio, con governo e triade inginocchiati agli industriali e ai poteri economici italici, hanno spalancato il baratro.
I lavoratori stanno iniziando a pagare tutto il peso della drammatica crisi economica e della pandemia, mentre le rendite e i grandi capitali vengono tutelati e difesi da chi dovrebbe avere al centro della propria azione la Costituzione e la difesa dei diritti di lavoratori, cittadini e i più deboli ed impoveriti.
Un accordo criticato duramente non solo dai sindacati di base, le cui posizioni sottoscriviamo, ma anche da storici esponenti del sindacato confederale stesso come Cofferati.
Azione Civile – Popolo per la Costituzione esprimono il loro appoggio alle innumerevoli vertenze in atto ai territori, alle lotte di lavoratori che quotidianamente vedono diritti e dignità calpestati in nome del profitto come i rider e nella logistica.
A tutto questo si aggiunge l’ulteriore assurda situazione di grandi colossi, come Stellantis, che hanno ottenuto fortissime agevolazioni economiche dal governo durante la pandemia e oggi minacciano di abbandonare al loro destino i lavoratori e decidere le sorti economiche di interi territori nel più sfrenato arbitrio economico.
Non è accettabile, a chi ha ottenuto sostegno e fondi pubblici deve essere vietato di licenziare almeno fino alla fine del 2022. Valutando alla fine del periodo la situazione economica e se prorogare ulteriormente tale divieto. Così come immediatamente e senz’indugio va prorogato il blocco dei licenziamenti almeno fino alla fine di quest’anno. E poi valutare se le condizioni economiche, mettendo al centro il lavoro e i lavoratori, potranno consentire un graduale sblocco.
Quanto sta accadendo dimostra, una volta di più, quanto è necessaria una fortissima mobilitazione sociale e politica contro i governi delle banche e di Confindustria, la politica prona alle elite finanziare e ai grandi poteri economici. Una mobilitazione che metta al centro la Costituzione del 1948 e i diritti e la dignità delle vere uniche vittime della crisi economica: gli impoveriti, che aumentano in maniera drammatica ed esponenziale, i lavoratori, le piccole partite IVA, tutti coloro che non hanno grandi capitali, rendite e lobby a sostegno. Una mobilitazione che nel mondo del lavoro punti al ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e di tutti i diritti cancellati e calpestati dai governi degli ultimi decenni con cui l’attuale si pone in totale continuità.
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