Essere genitori adottivi di Giovanni Savignano

In questi giorni ho incontrato una coppia di amici da poco rientrati dall’Estero assieme ad un bimbo adottato. Erano molto contenti , in attesa , all’uscita dalla Scuola. Un momento bellissimo, esaltante per emotività e grande gioia. I bambini che arrivano in Italia in adozione sono quasi dei ragazzetti , verso i 6 / 7anni. Una pubblicazione a cura della UniCattolica afferma che il 60,9% delle coppie in attesa di adozione -in precedenza – ha provato ,senza successo, con la fecondazione assistita ( in media con 3,38 tentativi)
Le coppie prevengono all’adozione mediante percorsi lunghi e stressanti. È noto: nella nostra Nazione l’adozione vive molte problematiche, in funzione della “scelta” tra itinerari contrapposti. Oggigiorno , sarebbe cosa buona e giusta ridimensionare gli aspetti burocratici, sostenere le coppie anche sotto il profilo economico, con incentivi e sgravi fiscali. Inoltre, sarebbe opportuno rilanciare la storica valenza sociale di questa pratica. L’adozione, infatti, è una sorta di risposta della sensibilità sociale a favore dell’infanzia dismessa e sacrificata. Si può affermare che il mondo sociale chiede alla famiglia di farsi carico di quei minori che ne sono privi, nella certezza/speranza che solo la famiglia possa adoperarsi per lo sviluppo e lievitazione delle generazioni future, in quanto capace di dare risposta alle richieste principali di ogni soggetto umano , nel senso di avere un rapporto costante e specifico con un padre e una madre.
Certo , occorre considerare anche l ‘ eventuale adozione da parte di coppie omosessuali , ma su questo argomento il dibattito è in corso , soprattutto per la distinzione normativa tra affidamento ed adozione vera e propria.
Pertanto, nell’ adozione, i genitori rivestono un ruolo che comporta una intensa valenza sociale. Questa espressione comunitaria, L adozione appunto, era già evidente nell’antichità, sia presso i Romani che durante il Medioevo, un ‘ occasione che coinvolgeva tutta la comunità . L ‘ adozione, quale dimensione sociale, non può diventare un normale processo privato: difatti la responsabilità del sociale è quella di supportare le famiglie attraverso i vari momenti del cammino adottivo. L’adozione diventa efficace ed efficiente laddove la famiglia è capace di comunicare con interlocutori pronti a sorreggerla nelle fasi prevedibili di varie situazioni difficili, come pure il sociale (enti preposti pubblici e privati , associazioni, scuola etc. ) deve essere all altezza di elargire quelle azioni che consentono di utilizzare al meglio tutte le numerose risorse ( soggettive e oggettive) di cui le famiglie avrebbero a disposizione . In questo scenario, l’adozione può riappropriarsi del suo reale ed autentico valore , con l’ augurio di riproporsi come ambiente idoneo per una gestione similfamiliare nell’ offerta di asilo e di convivenza.
                                                                             Professore dottore Giovanni Savignano