Il 99,5% degli studenti italiani viene promosso. Lo psichiatra Crepet: “Io vorrei sapere come si fa a essere bocciati in questo Paese”, ha dichiarato provocatoriamente. “Perché è difficile, e se non studi non è vero, perché anche quelli che non studiano nel 99,5% dei casi sono promossi lo stesso”.
Crepet denuncia da tempo una scuola che ha paura del giudizio, del conflitto, della bocciatura. Una scuola che, per evitare tensioni con le famiglie o con gli studenti stessi, preferisce appiattire tutto sul successo garantito. Ma è proprio questo, secondo lui, a generare frustrazione.
In altre occasioni, Crepet ha collegato la mancanza di sfide educative e il livellamento verso il basso con il crescente senso di vuoto che molti adolescenti vivono: “Un ragazzo a cui non è stato mai detto di no, un ragazzo che non ha mai dovuto sudarsi niente, è un ragazzo infelice”, ha dichiarato in più interviste.
Secondo Crepet, il problema non è solo dei ragazzi, ma dell’intero mondo adulto, che ha smesso di assumere un ruolo educativo chiaro. La scuola evita di bocciare, le famiglie proteggono i figli a ogni costo, le istituzioni trascurano l’investimento formativo. Il risultato è una generazione che, pur ottenendo titoli e promozioni, si sente smarrita, fragile, senza direzione.
Per lui, serve un ritorno a una scuola esigente, coraggiosa, capace di valutare, che non abbia paura di dire la verità agli studenti: “Non tutti possono fare tutto. Non è un’ingiustizia, è la realtà. E la scuola dovrebbe essere il primo luogo dove imparare a riconoscere i propri limiti, i propri talenti, i propri errori”.