Un sistema collaudato gestito da due imprenditori per ottenere favori e contributi da Comune di Lecce e Regione, in cambio di supporto elettorale. C’è questo nell’inchiesta dei pm Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera che hanno chiesto al gip di Lecce, Angelo Zizzari, undici misure cautelari (di cui una in carcere e sei ai domiciliari) tra cui quella per l’ex vicesindaco di Lecce e attuale assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci, 42 anni, esponente della lista civica Con.
Le accuse, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, riguardano 11 persone fisiche e tre società, e ipotizzano l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e frode nei finanziamenti pubblici dei Programmi Integrati di Agevolazione (Pia), strumenti della Regione Puglia per incentivare gli investimenti delle piccole e medie imprese. Altre accuse (di reati fiscali, ma anche di corruzione tra privati, reimpiego fraudolento di beni, riciclaggio e autoriciclaggio) interessano altri esponenti della politica locale salentina ed imprenditori. Un’ipotesi di traffico di influenze illecite (la corruzione tra privati) riguarda in particolare Marco Miglietta, fratello dell’ex assessore comunale all’Urbanistica di Lecce, Rita Miglietta.
Al centro di tutto ci sarebbe l’imprenditore Alfredo Barone, 69 anni, nato a Biella e residente a Lecce dove è proprietario di un noto ristorante, l’unico per il quale la Procura ha chiesto il carcere in quanto ritenuto promotore, capo e organizzatore della presunta associazione a delinquere in cui un ruolo da organizzatore è contestato a Maurizio Laforgia, ingegnere, 52 anni (difeso dall’avvocato Michele Laforgia), figlio del presidente uscente di Acquedotto Pugliese Domenico Laforgia (estraneo a ogni accusa), per il quale sono stati chiesti i domiciliari.
Gli altri destinatari delle richieste di misure sono Angelo Mazzotta, di Lequile, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lecce, l’imprenditore Marino Congedo, il funzionario comunale Nicola Capone (detto Lino) di Lecce, l’ingegnere Marino Congedo di Galatina e Italia Santoro di Lecce (per questi ultimi sono stati chiesti i domiciliari), il ragioniere commercialista Luciano Ancora di Galatina, gli imprenditori Corrado Congedo di Lecce e Michele Barba di Gallipoli, il commercialista Giovanni Rapanà di Lecce (per gli ultimi quattro è stata chiesta l’interdizione dall’attività professionale. Gli interrogatori preventivi si svolgeranno mercoledì 11 giugno.
Una delle vicende tangenziali a questo fascicolo (ma non direttamente oggetto di accuse) riguarda i finanziamenti Pia per la masseria di Ugento dell’imprenditore barese Vittorio Andidero, oggetto di una recente indagine della Procura di Bari e destinataria appunto di finanziamenti Pia da parte della società in-house regionale Puglia Sviluppo. L’intervento diretto del gruppo di potere si sarebbe invece registrato sui finanziamenti chiesti e ottenuti (forse senza requisiti) dalle società di Barone e di Marino Congedo per oltre 15 milioni di euro.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce agli ordini del colonnello Giulio Leo e hanno incrociato anche il periodo delle elezioni regionali 2020 in cui era candidato Delli Noci (difeso dall’avvocato Giuseppe Fornari). L’accusa ipotizza che Delli Noci si sia messo a disposizione dell’imprenditore Barone in cambio di aiuti per la candidatura. Le richieste di arresto sono motivate con il pericolo di reiterazione del reato.