La Politica incontra il Carcere: a Napoli un confronto urgente per cambiare rotta.

Una Conferenza che vuole lasciare parlare e sentire tutti e far agire ciascuno sul problema carcerario

 Carcere; emergenza nazionale o priorità dimenticata?

Se ne discuterà lunedì 16 giugno 2025, alle ore 16.00, nella Sala G. Siani del Consiglio Regionale della Campania, durante la conferenza: “La Politica incontra il Carcere”, un evento che chiama a raccolta istituzioni, esperti e società civile per affrontare l’allarme carceri italiane.

I numeri che urlano e saranno portati ad evidenza e discussione sono: 62.000 detenuti su 45.000 posti. I dati sono un pugno allo stomaco: Sovraffollamento al 138%, con picchi del 200% in alcune regioni. 9.000 persone in carcere per pene inferiori a un anno, spesso senza reati ostativi (come furti o piccole truffe).

Condizioni disumane; celle strapiene, carenza di medici, suicidi in aumento.

«Non è solo un problema di giustizia, ma di civiltà», afferma Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti e moderatore dell’evento: «Serve un patto tra politica e società per evitare che il carcere diventi una bomba sociale».

Molti i partiti attorno al tavolo della discussione.

 -Il Sen. Gianluca Cantalamessa (Lega): «Serve più certezza della pena, ma anche carceri dignitose».

 -La Sen.ce Ilaria Cucchi (AVS): «Basta morti in cella: rivedere l’uso delle custodia cautelare».

-La Sen.ce Maria Domenica Castellone (M5S).

-Il Sen. Sergio Rastrelli (Fratelli d’Italia).

– L’On.le Clemente Mastella (già Ministro della Giustizia): «Rilanciare misure alternative ed elettronica».

 – L’On.le Annarita Patriarca (FI): «Più fondi per strutture e riabilitazione».

– L’On.le Riccardo Magi (Europa): «Aprire un tavolo con l’UE per standard comuni».

-L’On.le Luigi Casciello (Noi Moderati).

-L’On.le Michela Di Biase (PD).

Oltre la politica si avranno le voci dal carcere. Non solo i partiti, interverranno anche i Garanti territoriali della Campania, i cappellani, gli operatori penitenziari e i volontari, portando storie concrete, quali i Progetti di reinserimento che funzionano (e perché sono rari). La scottante situazione dell’emergenza salute mentale: il 40% dei detenuti ha disturbi psichici. I Volontari in prima linea che aiutano tanto, ma ritengono indispensabili leggi coraggiose ed adatte.

La partecipazione sarà un richiamo per molti, perché il carcere riguarda tutti.

Chi crede nella sicurezza deve sapere che le carceri sovraffollate creano maggiore criminalità. Quando si tenta una inversione a vantaggio dei “diritti umani” non si possono accettare celle-lager/dure. Per chi crede e vuole investire nel “sociale” deve spingere per “pene alternative”, come il lavoro, la comunità, la reintegrazione completa.

Si avrà un’occasione unica per dire basta ai divulghi e “agire”.