Grottaminarda (AV) – Un irpino al cammino di Santiago di Compostela per la seconda volta

Grottaminarda. E’ qualcosa che ti cambia dentro. Tanto che non aspetti altro che farlo per la seconda volta. Il sentiero che ti conduce a Santiago di Compostela, regione della Galizia, Spagna più immersa, ti fa diventare un’altra persona.

Duecentomila pellegrini, un viaggio che attraversa la Navarra, le Asturie e la Galizia, per arrivare nella città dove ci sono le spoglie di S.Giacomo il Maggiore, apostolo di Gesù, rinvenute nel IX secolo, da quando si è aperta la strada di peregrinazione. E, per la seconda volta, ha deciso di andare un irpino: da Grottaminarda, Antonio Tedesco. Ed ha scelto il sentiero più accidentato, se così si può dire, per misurare probabilmente la sua forza di sacrificarsi. E la sua forza d’animo.

Perchè è anche questo che, alla fine, vuol dire farsi quella camminata. Che, per un cristiano, vuol dire tanto.” Rispetto al cammino di due anni fa- dice infatti Tedesco- questo cammino è più corto di 350 chilometri. Ma, certamente,più faticoso”. Sono diversi i cammini per la città di Santiago di Compostela, dove tra l’altro è stata in ritiro a pochi chilometri da lì la Nazionale di calcio italiana che ha vinto il Mundial 82,e partono da diversi punti.”Quello che farò io è chiamato”il primitivo” e parte da Oviedo.18813813_10211368272035239_8445977210264832470_n

Più faticoso degli altri poiché tracciato in montagna con continui saliscendi”. E che ti mette alla prova, fisicamente ma anche mentalmente, se non sei sorretto da una forte convinzione.”Una di queste è la fede- continua il due volte pellegrino- ma credo sono diventate anche turistiche, escursionistiche e culturali”. “Il motivo che mi spinge è, innanzitutto, religioso ma anche culturale e sportivo”. Per vedere, Odisseo dei nostri tempi, fin dove spinge la curiosità e la macchina umana. Il sentiero che porta a Santiago de Compostela, strada facendo, ti cambia e, quasi irresistibilmente, se lo hai fatto una volta ti prepari ad affrontarlo di nuovo.” E’ vero, qualcosa dentro le persone avviene, mi dicevano che aveva qualcosa di magico perché ti prendeva il desiderio di rifarlo. Ed io sono la prova, un esempio”. Durante questa fatica, però, i pellegrini incontrano i posti di ristoro. Dove si incontrano e parlano di cosa li spinge ad affrontare il viaggio.”Si conoscono tante persone- continua Antonio Tedesco- con le loro storie, poiché negli alberghi dopo la cena specialmente negli alberghi parrocchiali ci incontriamo. Ognuno ha qualcosa da raccontare”.

E la fatica svanisce, all’improvviso. Lo spirito si rinnova, i chilometri si sentono meno nelle gambe, sorretti da una forte convinzione. Quella religiosa, che però non è mai fanatismo. All’arrivo si ritira, quindi, l’atteso attestato che certifica il cammino fatto.” Naturalmente il momento più atteso- conclude Antonio- e l’obiettivo principale è la cattedrale di San Giacomo e la relativa visita alle sue spoglie”.

Giancarlo Vitale