Ariano Irpino (AV): sindacati sul piede di guerra dopo la rivolta nel carcere

Dopo la rivolta di ieri pomeriggio avvenuta nel carcere di Ariano Urpino, dove circa 110 detenuti hanno sequestrato per circa tre ore un assistente di Polizia Penitenziaria e distrutto tutto ciò che hanno potuto, le polemiche non si placano. La maggior parte dei sindacati ha fatto vari comunicati in cui hanno ribadito, tra le varie problematiche, il fallimento della vigilanza dinamica che ha comportato solo l’aumento di aggressioni ai danni dei poliziotti penitenziari. In particolare, nel comunicato dell’osapp il segretario Beneduci ha evidenziato che dei 110 rivoltosi solo uno è stato trasferito e condotto nel carcere di Avellino e sembra pure che a nessun detenuto colpevole di quanto avvenuto sarà addebitata alcuna cifra per ripagare degli ingenti danni causati al penitenziario. ( cifra che ammonterebbe a diverse migliaia di euro N.d.A.). Il neo ministro Bonafede ha chiesto una relazione dettagliata di quanto accaduto al capo del dipartimento Santi Consolo che ieri pomeriggio é accorso ad Ariano ed ha espresso parole di sostegno ai poliziotti feriti. Da più parti, anche attraverso i social, si chiede una profonda riforma del sistema penitenziario, ad iniziare dall’inasprimento e certezze delle pene e soprattutto maggiori garanzie di sicurezza per chi opera all’interno dei penitenziari. Persone che spesso vengono descritte come carnefici, ma che in molti casi sono le vere vittime di un sistema radicato di eccessivo buonismo nei confronti di coloro che si sono macchiati anche di reati gravi ed abominevoli.