Flumeri – Ex Irisbus: Curcio chiede un piano industriale credibile

Flumeri – Ex Irisbus: Curcio chiede un piano industriale credibile

La continuazione della cassa integrazione.” Ma anche un piano industriale credibile-dice Silvia Curcio-delegata Fiom dell’ex Irisbus-. É questo che ci aspettiamo dalla convocazione del prossimo 10 gennaio al ministero”.

Si armano di tanta pazienza, le tute blu di valle Ufita. Che sta scadendo, a sentire” la pasionaria”. Il tempo, ormai, stringe è una soluzione ancora non si trova.”La proroga della CIG-continua Silvia-é importante per tutelare lavoratori e lavoratrici, affinché il governo lavori per una soluzione definitiva”.
Il sindacato chiede che che la futura società sia a maggioranza pubblica. “Se davvero l’intenzione è quella di produrre autobus in Italia, altrimenti saremo la succursale della Kersan che li vede solo passare per Flumeri”. Il ministro del Mise, Luigi Di Maio, ha preso in uno dei recenti incontri, degli impegni. “Per essere credibile, in qualche modo, li deve rispettare.”. Con Industria Italiana Autobus è in gioco anche il futuro di questa Nazione. Infatti, la delegata della Fiom, sostiene che “finanziare il piano trasporti, per creare possibilità di lavoro, progettare un futuro sulla mobilità ecosostenibile, è dovere di un Paese civile”. Per questo si dovrà agire di conseguenza.
“Se si vuole fare sul serio si devono vedere le ditte al lavoro-continua la Curcio-per ristrutturare lo stabilimento, altrimenti c’è troppa gente che pensa di fare altro in quell’area. Il progetto del poli autobus può essere archiviato, tanto gli autobus che serviranno a rinnovare il parco vetusto arriveranno da Fiat che ci ha chiuso, producendo in Francia e Repubblica Ceca, ma aggiudicandosi la maggior parte delle commesse”. Né, tantomeno, il governo ostacolera’la Fiat.”Non gli metterà i bastoni tra le ruote, come del resto hanno fatto gli altri governi. Andrebbe invece chiamata alle proprie responsabilità, visto che i tanti soldi pubblici presi delocalizza do le produzioni all’estero”.Ma gli operai dello stabilimento di valle Ufita, sono pronti a tutto.
“Noi continueremo a credere-termina Silvia Curcio-che produrre autobus italiani sia una priorità e non smetteremo di incalzare chi di dovere. L’anno appena arrivato intanto porterà solo cassa integrazione ma se le intenzioni sono buone può portare la rinascita di valle Ufita “.

Giancarlo Vitale