Il cinghiale è diventato un’emergenza sul territorio?

Riceviamo e pubblichiamo da Lega Italiana dei Diritti dell’Animale – LIDA Bonito AV – LAC Avellino

  1. Il cinghiale è diventato un’emergenza sul territorio?;
  2. Si rende necessario un appello alle autorità preposte, in particolare ai sindaci, tenuto conto dell’autonomia dei comuni e della conoscenza del territorio.

Urge una riflessione si questi due punti.

Come dimostrato da dati e grafici inequivocabili, l’aumento della popolazione dei cinghiali non dipende dalla presenza di aree protette dove trovano rifugio ma da una caccia accanita che ,specie negli ultimi decenni, è stata condotta nei confronti di questi animali.

A tale proposito è interessante una decisione del TAR Toscana favorevole alla sospensione della caccia al cinghiale, poiché è emersa la correlazione tra pressione venatoria(a scopo di lucro- n.b. commercio delle carni) e l’incremento della popolazione degli ungulati.

Il cinghiale vive in branchi a gerarchia matriarcale, con femmine dominanti che si riproducono, in natura, una sola volta all’anno ed inibiscono la fertilità delle altre femmine. In base ai loro interessi, i cacciatori hanno introdotto una specie di cinghiale molto più grossa e prolifica di quella italica e durante la stagione venatoria abbattono le femmine dominanti(matriarche), creando squilibrio nel branco.

Le femmine subalterne, liberate dall’azione dominante delle matriarche, vanno subito in estro,riproducendosi più volte nel corso dell’anno e formando nuovi branchi che comportano un enorme aumento della popolazione degli ungulati. La natura segue leggi proprie: laddove l’uomo cerca di distruggere i branchi per il proprio profitto, l’istinto di conservazione ne modifica la struttura(questo vale per la specie comune del cinghiale da loro introdotto).

Da quanto detto detto è facile comprendere quanto sia diventato necessario ed urgente un piano faunistico che possa ridurre la popolazione dei cinghiali senza passare attraverso il piombo dei cacciatori ma piuttosto andando incontro alle esigenze della fauna, in rapporto alle problematiche ambientali.

Partendo dalle autonomie locali e nel rispetto di chi abita le nostre terre, pur senza appartenere al popolo dei cacciatori, si chiede che vengano analizzate e tenute nella giusta considerazione le soluzioni proposte da eminenti studiosi (zoologi ed etologi) nonché delle linee guida dettate dall’ISPRA.

Vediamole in dettaglio:

a) Attivare un sistema di contenimento delle nascite e della fertilità attraverso un farmaco anticoncezionale(scoperto e testato da una ricercatrice italiana);

b) Sovvenzionare la creazione di recinzioni non abbattibili né scavalcabili, a tutela delle colture;

c) Vigilare sui ripopolamenti a scopo venatorio ed alimentare;

d) Vigilare sugli allevamenti, spesso abusivi;

e) Sorvegliare sui foraggiamenti abusivi;

f) Tutelare in modo adeguato la popolazione residente dai proiettili vaganti derivanti da battute di caccia condotte con strumenti potenzialmente letali (ad es. carabine) e senza regolamentazione efficace;( non dimentichiamo le vittime per i numerosi incidenti di caccia ogni anno)

g) Inasprire i controlli sugli incendi boschivi, poiché spesso collegabili a tentativi di “radunare” gli animali in luoghi più “facilmente raggiungibili”, dimenticando che bruciare i boschi induce i cinghiali ad avvicinarsi alle case e ai campi coltivati alla ricerca di cibo.

h) Sicuramente qualcosa è stata dimenticata,vedremo di fare meglio la prox volta  cmq nel senso di non dilungarci molto, diciamo che abbiamo elencato per adesso le soluzioni più semplici ed efficaci “a portata di mano”.

E’ importante ricordare al mondo politico, di cui i Sindaci sono espressione locale, che la categoria dei cacciatori (per fortuna non più numerosa) non può essere considerata sempre e solo un bacino di voti.

D’altronde la maggior parte degli elettori non appartiene a questa nicchia di persone. Bisogna evitare di affidare la soluzione di un problema, reale e sentito, a coloro che quel problema lo creano ed hanno tutto l’interesse a non risolverlo.

I Sindaci hanno l’obbligo di attivarsi nel loro ruolo di Responsabili dell’Ordine Pubblico e della Pubblica Sicurezza anche attraverso il giusto controllo delle attività venatorie (sul loro territorio).

Per fare la nostra parte, ci attiveremo anche attraverso una petizione popolare, per dimostrare di non essere quelli in minoranza.

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