Il presente è ancora molto denso di difficoltà e incognite. Anche se i contagi sembrano diminuire, i morti sono ancora tanti. E’ necessario pertanto continuare ad adottare tutte le misure utili a contenere e sconfiggere il virus. I problemi che sono sul tappeto sono tanti, e investono gli aspetti sanitario, epidemiologico ed economico. Concentrarsi sull’oggi è fondamentale. Quando il dramma è presente non puoi ignorarlo, lo devi affrontare con il massimo impegno e con tutte le risorse disponibili. E’, però, anche doveroso cominciare a riflettere sul futuro, che si annuncia, e dovrebbe essere, molto diverso dal presente. Lo hanno sottolineato in molti, scienziati, economisti, sociologi, politologi. Anche noi riteniamo che si debba cominciare a delineare una rivoluzione copernicana che ridisegni, ab imis, una società molto diversa da quella attuale. La prospettiva è complessa e deve coinvolgere necessariamente istituzioni e organi dello stato, della politica, della cultura, della scienza, della comunicazione, oltre al coinvolgimento dell’opinione pubblica. Quello a cui intendiamo dedicarci ora è la presentazione di alcune idee di riferimento, rifuggendo dalla presunzione di voler definire tutto e subito. Passata la tempesta, occorrerà avviare una seria riflessione sulla situazione ante-coronavirus, che prenda in conto ed analizzi struttura e gestione del servizio sanitario. Occorrerà anche, con un’analisi obiettiva, realistica, impietosa, ricostruire tutto il complesso delle decisioni assunte, per cogliere ritardi, inadeguatezze, errori, non per individuare colpevoli per partito preso, ma perché diventino fatti da prendere in conto per organizzare il futuro. Un fatto è ormai acquisito: il sistema non ha funzionato come avrebbe dovuto e le cause sono tante. Un punto da tenere bene a mente per il tempo a venire è promuovere la consapevolezza di una radicale trasformazione nell’approccio alla sanità. La salute delle persone dovrà essere l’obiettivo primario delle scelte della sanità pubblica e non il tappetino su cui si depositano le mollichine che sfuggono alla tavola dei convitati. In breve, ai pazienti con il sistema attuale arrivano, come risposte e come servizi, risorse molto modeste rispetto a quelle che si disperdono in tanti rivoli di ordine burocratico, che non sono strettamente correlate con la tutela primaria della salute del cittadino. Altro campo di ripensamento è il sistema economico, che imporrà dei cambiamenti sostanziali al modo di concepire l’intera catena di produzione e distribuzione dei beni e servizi, ridisegnando interventi correttivi ad una globalizzazione, che va salvata come principio, ma che va ridefinita in termini nuovi. Si preannuncia una società diversa. Altro aspetto della società del futuro con cui inevitabilmente ci si dovrà confrontare è costituito da una nuova concezione della solidarietà, che implica una profonda modificazione delle modalità con cui è organizzata la macchina del welfare, che molto spesso ad oggi protegge e tutela i privilegiati, non soccorre le fasce deboli della popolazione e della società; intervenire su una profonda rivisitazione del principio della solidarietà significa creare i presupposti per una più diffusa condizione di benessere. Ricapitolando, con questa rapida riflessione, intendiamo indicare, in linea di massima almeno le direttrici di massima lungo le quali è necessario cominciare ad orientare la progettazione della rivoluzione copernicana che o sarà realizzata o le cose resteranno come e forse peggio di prima: 1) analisi spietata delle condizioni complessive ante-coronavirus; 2) ristrutturazione del servizio sanitario; 3) immaginare una sostanziale modifica del mondo dell’impresa e della produzione; 4) costruire un nuovo modello di società solidale, capace di superare le macroscopiche diseguaglianze che nella società del benessere e dell’opulenza persistono. E suonano offesa al diritto ed alla morale!