Napoli. Affitti e blocco degli sfratti, i contributi statali (e i rischi) per i proprietari…

Affitti e blocco degli sfratti, i contributi statali (e i rischi) per i proprietari con inquilini morosi.
Occorre una tutela per imprese che hanno locali in fitto e per dare serenità a loro occorre che il Governo dia serenità anche ai proprietari.
Altri 6 mesi di blocco degli sfratti
Se un inquilino ha perso il lavoro o ha visto i suoi redditi falcidiati dalla cassa integrazione per colpa della pandemia che cosa fa?
Se non ce la fa proprio la prima spesa che taglia è quella del canone d’affitto. Ma se il proprietario di casa si trova a sua volta nella situazione dell’inquilino perché ha perso a sua volta il lavoro e perde il reddito del canone come se la cava ?
Con l’ulteriore conferma, prevista dal decreto Mille proroghe, di altri sei mesi del blocco degli sfratti e del rilascio delle case pignorate trasferite a un nuovo proprietario, purché abitate dal debitore e dai suoi familiari, si è pensato a una soluzione per gli inquilini in difficoltà così come con la proroga della moratoria sui mutui si è pensato a una soluzione (la cui reale sostenibilità nel tempo è tutta da vedere) per chi non riesca al momento a onorare i debito con la banca che lo ha finanziato.
Certo, per tornare agli affitti, non si può pensare di mettere sulla strada da un giorno all’altro le famiglie o le imprese inadempienti.
Va poi aggiunto che una buona parte degli sfratti bloccati riguarda situazioni precedenti alla pandemia, visto che le esecuzioni sono bloccate dallo scorso marzo.
Il problema vero è che in analogia con quanto succede con le attività rimaste chiuse in forza di legge bisognerebbe prevedere indennizzi congrui ai proprietari per le perdite subite, anche in questo caso in forza di legge, ciò darebbe maggiore serenità anche agli inquilini.
Il decreto ristori e gli aiuti ai proprietari
Nell’ultimo decreto ristori in realtà è previsto un contributo per i proprietari di abitazione nei comuni ad alta tensione abitativa che abbiano rinegoziato al ribasso il canone di un contratto di affitto in corso.
L’intervento statale è del 50% della diminuzione del canone, calcolato su un tetto di 2.400 euro annue. In pratica si potrà ottenere un contributo massimo di 100 euro al mese.
L’incubo dell’Imu e delle spese condominiali (da pagare sempre)
Il problema è che quando si arriva allo sfratto per morosità questo succede perché l’inquilino non è in grado nemmeno di rinegoziare il canone, non paga più del tutto l’affitto e nemmeno le spese condominiali, che l’amministratore ha tutto il diritto di chiedere al proprietario, che ha in tutti i casi l’obbligo di pagare l’Imu.
In pratica lo Stato scarica un problema sociale sulle spalle di privati che nella stragrande maggioranza dei casi sono piccoli investitori che hanno creduto di impiegare i risparmi comprando una casetta da mettere a reddito o persone che hanno ereditato un appartamento o un negozio.
E così se i sindacati degli inquilini salutano come una vittoria la proroga del blocco degli sfratti, Casartigiani Napoli confida su una modifica del provvedimento in sede di conversione parlamentare, ci sono varie iniziative tra cui «Non sulla mia pelle», che ha pubblicato anche lettere di proprietari messi in grave difficoltà dal mancato incasso dei canoni. Se si aiutano i proprietari gli inquilini, vuoi famiglie vuoi imprese, saranno maggiormente garantiti in questo momento di grave crisi economica e sociale.
Le imprese e le famiglie non devono “elemosinare” sensibilità e comprensione dai proprietari per ritardi o mancati “giustificati” pagamenti dei canoni, non sempre dall’altra parte si trova in proprietario “sensibile” o che abbia disponibilità economiche. Pertanto occorre prevedere un dispositivo che assicuri maggiore sensibilità e stabilità sociale alla luce dei nuovi lockdowun che si palesano nei prossimi mesi. Nessuno sia lasciato solo!!