Franco Battiato scrisse un brano per Carlo Gesualdo Principe di Venosa di Giovanni Savignano

Franco Battiato scrisse un brano per Carlo Gesualdo Principe di Venosa(1566-1613).
Indimenticabile il suo Concerto nel comune di Gesualdo (Irpinia) nel 2006. La canzone (contenuta nell’album “L’ombrello e la macchina da cucire” ) dedicata al Principe madrigalista rinascimentale -tra musica, amore e morte- rappresenta la difficoltà oggettiva sui parametri di pesatura etico-morali circa la creatività e il pensiero dell’essere umano, ovvero sulle azioni e contraddizioni delle relazioni tra gli uomini e con la Divinità , tra lo spirito e la materia. Non aspettare il giudizio finale scrive Camus, poichè esso si celebra ogni giorno. Per Battiato , i pensieri degli uomini e i valori terrestri , sarebbero poca cosa qualora non fossero corroborati da una dimensione cosmica, al cospetto del tempo infinito, del tempo Divino. Non a caso Kant afferma che la vera morale è costituita da alcuni imperativi : “Agisci in modo da trattare l’uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo” ; “La scienza è inutile, se non serve a mettere in valore l’umanità”; “Agisci in modo che ogni tuo atto sia degno di diventare un ricordo.”
Sui peccati dell’uomo e l’arteterapia, il senso di colpa è psicologico, mentre il senso del peccato è teologico: la consapevolezza della colpa è un monologo con se stessi, col proprio io ; la coscienza di essere peccatore è un dialogo, in quanto riguarda il rapporto tra l’uomo è Dio.
                                                                               Prof. dott. Giovanni Savignano