Un momento di confronto artistico tra Italia e Grecia è quello organizzato dall’Associazione avellinese Europart 94 guidata dal pittore di fama internazionale Edoardo Iaccheo in collaborazione con Comites Grecia e con il Ministero dei Beni Culturali che apre i battenti il 29 ottobre, alle 17.30 al Carcere Borbonico.
“Sono passati quasi 20 anni da quando artisti greci e italiani si sono incontrati per la prima volta in un caratteristico piccolo borgo del Pilio ( Magnesia-Grecia) per iniziare un percorso di conoscenza e di sensibilizzazione culturale. – scrive il curatore Giovanni Albino – Artisti greci e italiani hanno così iniziato a parlarsi nella loro lingua, a confrontarsi, a scambiarsi opinioni, a “DIALOGARE” e ad arricchirsi. I nostri due paesi sono tanto vicini per cultura, per storia, per umanità che sarebbe difficile non intendersi. La mostra “DIALOGHI” si è poi ripetuta, con scadenza biennale, a Volos, a Lamia, ad Atene in collaborazione con l’Associazione AMICI d’ITALIA di Volos , del ComItEs di Atene e con l’Istituto di Cultura di Atene. Ora siamo pronti per una presentazione in Italia, ad Avellino, grazie ai comuni amici e artisti italiani locali, presso una sala espositiva di grande valore, messa a disposizione della Sovrintendenza di Belle Arti della stessa città.
Anche se i caratteri grafici della scrittura differiscono, la lingua universale dell’arte ci unisce. E’ la lingua dei segni, dei colori e delle sensazioni che fa si che popoli diversi possano comunicare tra loro. Ora e soprattutto ora, c’è bisogno di comunicare, di intendersi e di intraprendere un percorso comune che porti alla pace tra gli uomini. Agli artisti è richiesta la loro partecipazione e noi siamo presenti. Al primo impatto, davanti ad una opera d’arte ci si aspetta che ci si senta coinvolti. Poi ci si chiede chi l’ha creata e il quando e il perché e il per chi e il per dove. Osservare, sentire, capire, giudicare. Un contatto successivo è caratterizzato da un approfondimento conoscitivo. La conseguente sensibilizzazione e comprensione, è un processo che va coltivato e favorito, fin dalla più tenera età, perché ogni uomo ha in sé, l’amore per il bello.
Qui nasce anche la nostra proposta di entrare nelle scuole per arricchire questa significativa esperienza e presentare le nostre opere, col fine di sensibilizzare i più giovani verso l’arte in generale e in particolare verso la osservazione critica nel campo dell’arte”.
Con queste parole, il curatore Giovanni Albino lancia un magnifico ponte verso il futuro, le scuole infatti potrebbero essere il lievito nuovo per rinnovare la vitalità di questo dialogo artistico, specie in un momento storico nel quale tutte le vecchie categorie e modalità sono state messe in discussione dalla pandemia.