Vedere le luci della pubblica illuminazione del mio paese accese quando il Sole non è tramontato o quando il Sole è già sorto mi permette di inviarvi queste mie considerazioni, che partendo da questo problema locale si allarga a un discorso generale divenuto ormai impellente.
Gli scienziati dell’IPCC (Gruppo intergovernativo per i cambiamenti climatici) dell’ONU da oltre mezzo secolo dicono che l’aumento della temperatura dell’atmosfera è dovuta in gran parte all’aumento di concentrazione di anidride carbonica (CO2) che è causata dalla combustione delle fonti fossili. L’energia elettrica del mondo per circa l’80% è prodotta dalla combustione di fonti fossili. Pertanto ogni volta che sprechiamo energia elettrica stiamo bruciando fonti fossili e cioè stiamo immettendo CO2 nell’atmosfera e quindi stiamo contribuendo all’aumento della sua temperatura.
Ora è chiaro che se voglio scrivervi questa lettera (sono le ore 21.25) devo tenere la lampadina e il computer accesi e, purtroppo, contribuire al riscaldamento globale. Ma se accendo decine e decine di lampadine per illuminare una contrada o i quartieri quando c’è il Sole sto solo contribuendo al riscaldamento globale senza alcuna necessità. Questo si chiama spreco. E sprecare significa inquinare inutilmente. Inquinare significa lasciare ai nostri nipoti e figli un mondo “malato”, quasi invivibile. Quando guardiamo gli occhi dei nostri bambini dovremmo avere il coraggio di vergognarci. I nostri figli e nipoti cosa dovranno dirci? Avete mai chiesto loro: “Di cosa hai bisogno?“. Fatelo. Penso che vi risponderanno: “Ho bisogno di non sentirmi abbandonato”. Vi dicono di dare tutto ai figli. Io vi dico che dobbiamo chiedere perdono per il mondo inquinato che stiamo lasciando loro. Dobbiamo dire: “Perdonateci perché non abbiamo saputo proteggervi.”
I Giovani hanno diritto a vivere in un pianeta salubre almeno quanto lo abbiamo avuto noi. Ma questo non è più possibile. Anche se noi fermassimo le immissioni di CO2 nell’atmosfera come si spegne il fuoco sotto una caffettiera la caffettiera resterà calda per decine e decine di minuti. Così il pianeta resterà caldo per decine e decine di anni. Pertanto le future generazioni già oggi le abbiamo costrette a vivere in un mondo più caldo, più inquinato: con fenomeni climatici più violenti e più frequenti, con ondate di calore e picchi pericolosi per la salute, con lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento del mare ecc. in una spirale che si autoalimenta. Tocca a noi, ad ognuno di noi, impegnarsi a ridurre le emissioni di CO2. I Giovani – Greta Thunberg in testa – ce lo chiedono con forza. Lo vogliamo fare? Occorre solo la volontà di farlo. E sarebbe un bellissimo esempio di sapienza e di intelligenza collettiva. Se non lo facciamo costringiamo i nostri nipoti a dire: “Nonno ma cosa hai fatto? Questa è l’eredità che mi hai lasciato?” E lo faranno con grandi lacrime agli occhi. Lo faranno piangendo. Pensateci. Siamo l’ultima generazione che può porre qualche rimedio a questa catastrofe.
I cambiamenti ambientali hanno effetti lenti, molto dilatati nel tempo per cui è difficile prenderne coscienza in tempi brevi, come quelli di una vita, e per questo non ci spaventano. Inoltre, quando gli scienziati ci avvertono, pensiamo egoisticamente: “Tanto non tocca me. Tocca all’Amazzonia. Tocca all’Africa. Tocca ai Poli”. E quando toccherà a me, cosa dirò? L’ultimo sbaglio fa capire e piega l’orgoglio, ma è tardi ormai.
Dobbiamo aver cura dell’equilibrio dinamico raggiunto dalla nostra biosfera che è l’unico in grado di consentire la vita umana e permettere ai giovani di affrontare la lunga traversata verso il futuro e la possibilità di continuare ad averlo. E per averlo dobbiamo riuscire a eliminare gli sprechi, ridurre la insostenibile impronta umana sul pianeta, l’inquinamento degli ecosistemi, il riscaldamento globale, la sovrappopolazione e riuscire a immaginare nuovi equilibri e nuova attenzione ai valori umani e alla sostenibilità, con un mix di cultura, di solidarietà, di innovazione tecnologica e di energie rinnovabili che permetta di risolvere l’equazione di sviluppo e modernizzazione.
Molti comuni virtuosi hanno abbandonato le fonti fossili, regalando ai cittadini i pannelli solari per produrre l’energia elettrica. E così facendo riducono abbondantemente le immissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. La mia speranza è che ci sia un cambiamento, un rinnovamento, una rivoluzione culturale che ci porti a lasciare alle future generazioni un mondo vivibile.