L’ex sindaco di Teora, Stefano Farina, condannato per indebiti rimborsi e danno erariale

L’ex sindaco di Teora, Stefano Farina, condannato per indebiti rimborsi e danno erariale

Nel contesto della giustizia amministrativa italiana, la Corte dei Conti della Campania ha recentemente emesso una sentenza che rivela aspetti di responsabilità e gestione delle risorse pubbliche. Stefano Farina, ex primo cittadino di Teora, è stato condannato al pagamento di oltre 76.000 euro quale risarcimento per danno erariale, a seguito di un procedimento avviato su iniziativa dell’ente locale stesso. Questa decisione si inserisce in un quadro più ampio di attenzione verso la trasparenza amministrazione delle finanze pubbliche.

Le circostanze della condanna: responsabilità amministrativa e comportamenti illeciti

L’indagine, condotta con meticolosità e supportata dall’attività di controllo della Guardia di Finanza di Sant’Angelo dei Lombardi, ha portato alla luce una serie di comportamenti considerati illeciti da parte di Farina durante il periodo in cui ha ricoperto ruoli di rilievo istituzionale. In particolare, si evidenzia come l’ex sindaco abbia presentato richieste di rimborso per permessi retribuiti che, secondo le risultanze investigative, non sarebbero mai stati correttamente giustificati da effettive attività lavorative o impegni istituzionali documentati.

Un quadro complesso di incarichi e di modalità di rimborso

Tra il 2011 e il 2021, Farina ha rivestito più ruoli pubblici, tra cui quello di sindaco di Teora, presidente del Consorzio Sociale “Alta Irpinia” (dal 2016 al 2022) e consigliere provinciale (dal 2009 al 2013). Durante questo periodo, ha usufruito di permessi retribuiti per lo svolgimento delle funzioni pubbliche, accumulando complessivamente circa 3.363 ore di permessi retribuiti, di cui 2.921,60 relative alla carica di sindaco e 441,60 per l’incarico presso il consorzio. La contestazione principale riguarda la presentazione di richieste di rimborso per giornate in cui non risultano essere state svolte attività istituzionali effettive, molte delle quali si sarebbero verificate in periodi di sospensione delle attività comunali, come durante il lockdown da Covid-19, o in giorni non lavorativi.

La natura del danno erariale e il ruolo del dolo

La Corte dei Conti, nel suo dispositivo, ha riconosciuto che le condotte di Farina hanno generato un danno alle finanze pubbliche, quantificato in oltre 76mila euro. La Procura regionale ha sostenuto che l’ex sindaco abbia agito con dolo, cioè con coscienza e volontà di ottenere un vantaggio economico indebito, violando specifiche norme del Testo Unico degli Enti Locali (articoli 79 e 80). Questa valutazione si basa sull’elemento soggettivo di responsabilità, che distingue le condotte dolose da eventuali errori o negligenze involontarie, e che ha pesantemente influenzato la decisione di condanna.

Le argomentazioni difensive e le contestazioni

L’avvocato di Farina, Vittorio Manganelli, ha sostenuto che le richieste di rimborso fossero conformi alle procedure interne dell’ente e che eventuali irregolarità sarebbero riconducibili a un malinteso o a procedure interne non correttamente applicate. Tuttavia, i giudici contabili hanno ritenuto che tali argomentazioni non fossero sufficienti a giustificare comportamenti che, alla luce delle evidenze, risultano essere stati strutturati per ottenere indebiti vantaggi economici senza effettive prestazioni lavorative.

Le conseguenze patrimoniali e il risarcimento

Il danno erariale ammonta complessivamente a 76.864,03 euro, suddivisi tra il Comune di Teora (65.726,85 euro) e il Consorzio Sociale “Alta Irpinia” (11.137,18 euro), quest’ultimo parte lesa nel procedimento in virtù delle prestazioni indebite che si sono rivelate dannose anche per le sue finanze. La condanna impone a Farina di restituire l’importo contestato, con eventuali interessi e sanzioni accessorie, e costituisce un precedente importante per la tutela del patrimonio pubblico e per la responsabilità degli amministratori locali.

Possibilità di ricorso e implicazioni future

L’ex sindaco ha il diritto di presentare ricorso in appello alla Sezione Centrale di Appello della Corte dei Conti, dove potrà cercare di rivedere o contestare la sentenza emessa dalla Sezione Giurisdizionale della Corte regionale. La sentenza, dunque, rappresenta un atto definitivo fino a eventuali ulteriori impugnazioni, e pone l’accento sull’importanza di un comportamento trasparente e conforme alle normative da parte di chi ricopre cariche pubbliche.

Riflessioni più ampie sulla trasparenza e sulla responsabilità

Questo episodio si inserisce in un più ampio dibattito sulla responsabilità degli amministratori pubblici e sulla gestione delle risorse pubbliche in Italia. La condanna di Farina sottolinea come l’attività di controllo e di vigilanza, svolta anche attraverso strumenti come le indagini della Guardia di Finanza e le procedure della Corte dei Conti, siano fondamentali per prevenire e sanzionare comportamenti illeciti. Inoltre, evidenzia la necessità di un’efficace cultura della legalità e della responsabilità, elementi imprescindibili per garantire la corretta amministrazione delle comunità locali e la tutela del patrimonio pubblico.