In attesa del ballottaggio, notisti, giornalisti, commentatori politici, ognuno ha detto la sua. Desideriamo aggiungere alle tante interpretazioni, modestamente, anche la nostra. Sui risultati elettorali acquisiti alcune constatazioni sono univoche, altre affidate al libero pensiero. Concordano in molti, direi tutti, nel constatare che il vero perdente di questa tornata elettorale è il M5S, che non riesce in nessuna grande città a conquistarsi l’accesso al ballottaggio. Si contenderanno il successo finale le due coalizioni, di centrodestra e di centrosinistra. Su questi dati, come sempre accade, si è sbizzarrita la ridda delle ipotesi e delle interpretazioni. Molto opportunamente i leader dei due schieramenti, pur riconoscendo la sconfitta dei pentastellati, non gridano alla loro scomparsa dal panorama politico nazionale. Anche la nostra modesta opinione non pretende pontificare sul declino ormai avviato del M5S, perché la realtà è ben diversa. Principio fondamentale è che le comparazioni vanno fatte per grandezze omogenee. Le amministrative, non è una novità, per il M5S, salvo pochissime eccezioni, non hanno dato e non danno risultati brillanti: sono ancora poco radicati nella macchina amministrativa e, localmente, gli avversari sono molto agguerriti, anche perché gestori del potere. La riconferma di Pizzarotti a Parma, dove certamente ha ben governato, unica eccezione positiva pur se ormai fuori dal M5S, ne è una chiara dimostrazione. Per questo, azzardare conclusioni su quel che potrebbe accadere a livello politico è esercizio sterile, perché, indipendentemente da qualche punto percentuale in più o in meno, il movimento grillino rimane anche per il futuro una forza parlamentare consistente. Bene anche il centrodestra, nel senso che l’unità ritrovata sembra aver riacceso la speranza che la lotta non è già segnata in partenza, e che prospettive di successo possono essere caldeggiate. Anche il PD renziano è vivo ed è un competitor credibile; a parte il successo ribadito per Alleanza Popolare di Alfano che tira un sospiro di sollievo avendo superato la soglia del 5%. Il succo della riflessione che avanziamo è che, prescindendo da come andranno le cose a seguito del ballottaggio, non è possibile considerare i risultati della presente competizione elettorale come l’anteprima di quel che potrebbe accadere a seguito delle elezioni politiche del prossimo anno. Saranno le scelte del governo in carica, il sistema elettorale con cui si andrà al voto, i programmi che le coalizioni o i singoli partiti proporranno agli elettori, la base su cui i cittadini si esprimeranno. Secondo noi, i risultati futuri avranno poco a che vedere con gli esiti elettorali di questa tornata, ancora incompleti.
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