Di Michele Frascione, ex amministratore comunale di Bisaccia
Lo sanno tutti che in questo periodo è a secco il così chiamato Lago San Pietro di Monteverde, che in realtà è un bacino d’acqua artificiale che si ottiene per sbarramento con una diga dei corsi d’acqua che scorrono a monte. La diga in questo periodo ha assolto fino in fondo alla principale funzione per cui è nata.
La forte siccità ha aumentato notevolmente il fabbisogno di acqua a valle, principalmente verso la Puglia, e il livello di conseguenza è stato abbassato. L’ Acquedotto Pugliese, di fronte alla emergenza siccità, ha pensato, in fretta e furia, di svuotarlo. Certo lo spettacolo è brutto a vedersi e le conseguenze si vedranno in tutto l’habitat ecologico della ricca diversità faunistica e vegetale che vive in un largo ambiente dintorno, forse si sarebbe potuto abbassare di meno il livello dell’acqua e salvaguardare almeno l’habitat di pesci.
Anche questo è un dramma ma ritorneranno le piogge e la diga si riempirà di nuovo. Invece è quello politico il dramma più grosso che si sta vivendo in questi 4 Comuni dell’alta Irpinia d’oriente, Aquilonia, Bisaccia Lacedonia e Monteverde.
Senza crescita la povertà non scende e tanto rende più difficili le condizioni dei più deboli, continua a picchiata verso il basso la curva della desertificazione di questi Comuni, una decrescita demografica impressionante che non si arresta specialmente per questi 4 Comuni e che, per esempio, ha già portato il Comune di Monteverde, sebbene segnalato tra i più bei comuni d’Italia, a poco più di settecento anime. Se niente cambia si va verso un autentico declino definitivo di queste zone. Il dramma grosso è la rotta politica del governo per questi territori che non va, dagli Amministratori di questi Comuni fino alla Regione e oltre. E se le pale eoliche numerose continuano a girare solo per profitti privati e continuare a rovinare ambienti senza vincoli e programmazione pubblica, con benevolenze, lodi e transazioni da quattro soldi per i Comuni, come per l’ultima messa su in tutta fretta in un caldo e afoso pomeriggio di agosto a sostituzione di una conferenza di servizi programmata presso la giunta regionale Campana che doveva provare a ricomporre la controversia del rifiuto di una ditta di pagare almeno per l’uso e attraversamenti di proprietà pubbliche, ora sembra che si siano volatilizzati, o non si intendono ricordare o svelare, anche i fondi economici, chiamati di “sopravvivenza europei”, destinati alla “valorizzazione, salvaguardia e sviluppo” di questi territori, assegnati dalla Regione Campania. Tali fondi possono servire per valorizzare e salvaguardare, un patrimonio di ambienti naturali, di cultura, di tradizioni, di centri storici e monumentali, sarebbe stato logico ragionare cosi’ al convegno del 14 giugno scorso a Monteverde, su come cioè procedere a mettere su un progetto concreto e organico, riuniti insieme i sindaci dei 4 comuni interessati Aquilonia, Bisaccia Lacedonia e Monteverde e il Presidente della Commissione Regionale Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse Comunitarie e Statali per lo Sviluppo, nonché l’Assessore Regionale ai Fondi europei, alle Politiche giovanili e alla Cooperazione europea. Invece niente, solo una parata per tentare un rilancio di uno “spettacolo di luci e acqua” sul bacino contenuto dalla diga di Monteverde, che si era svolto per qualche anno e per un massimo 20 giorni l’anno, gestito da una fondazione privata, e, dalla stessa smesso l’anno prima, di fronte alla annotazione, già nel 2015, dell’Ente Acquedotto Pugliese come “insostenibile per la siccità alle porte che aumentava il bisogno di acqua e abbassava il livello della diga”, si disse che si rendeva cioè quantomeno necessario assicurare la possibilità di tenere in piedi le fondamenta strutturali di base di ferro e cemento impilati nel bacino di acqua e insieme a garantire ogni compatibilità ambientale. Invece tutto il palcoscenico allestito per il convegno di Monteverde, avrebbe dovuto semplicemente ratificare, come dire a “certificazione di democrazia”, le delibere delle giunte comunale dei 4 comuni, inviate in precedenza alla Regione, di accettazione del cosi chiamato “contratto di lago”, in definitiva, l’accettazione a scatola vuota del rilancio dello spettacolo di “luci e acqua” di cui sopra. Bastò rivelare i dati reali e i fatti e tutta l’impalcatura si inabissò. Finito lo spettacolo ora il sipario appare abbassato. Ora il commento di alcuni giornalisti, sembra programmato solo per lo scoop del “deserto del lago di Monteverde” e tra le righe è come se si volesse lasciare sottintendere che sarebbe tutta colpa sarebbe di chi lo spettacolo di “luci e acqua” non lo avrebbe voluto. Gli amministratori dei 4 Comuni si accomodano e non danno più segnali di vita, la Comunità Montana è assente, gli Amministratori Regionali sembrano aver messo la questione nel dimenticatoio. Insomma di come valorizzare, salvaguardare e sviluppare questi Comuni non se ne parla più. Nel piccolo dramma non si coglie nemmeno l’opportunità dello svuotamento del lago per un’opera di manutenzione e ripulitura generale dai fanghi accumulatesi in eccesso e di risistemazione del bacino imbrifero, della diga e degli affluenti. Come per compenso si evidenzia che alcuni Comuni hanno ricevuto e hanno speso fondi per spettacolini estivi, il che potrebbe essere anche cosa buona, ma sempre e solo di spettacoli si tratta e, come si dice, non di soli spettacoli circensi vive l’uomo.
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