Avellino – Al Godot Art Bistrot, concerto-evento con la cantante newyorkese Lidya Lunch, regina della No Wave

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Avellino. Mercoledì 28 marzo il Godot Art Bistrot di Avellino entra nel mondo della No Wave newyorkese, quella di fine millennio, con la regina Lydia Lunch e con Weasel Walter, motore di uno dei combo più allucinati, che portava il nome di Flying Luttenbechers.

Sul palco di via Mazas, alle 22, una delle pietre miliari del movimento punk mondiale: Lyidia Lunch in concerto accompagnata dalle percussioni di Weasel Walter.
Cantante, scrittrice, attrice, musicista, performer, Lydia Lunch può essere definita in mille modi diversi, ma nessuna di queste etichette è in grado di cogliere veramente l’essenza del personaggio: che è quello – come dice lei stessa – «di fomentare, di istigare e di mostrare sempre il lato marcio della realtà e del potere».
Nei suoi 40 anni di carriera, la regina della No Wave ha avuto molti progetti musicali, tra cui Teenage Jesus & the Jerks, Big Sexy Noise, e ha collaborato con artisti e gruppi del calibro di Nick Cave, Sonic Youth, Brian Eno, Marc Almond, Arto Lyndsay, Henri Rollins, Roland S. Howard, Eisturzende Neubauten, Foetus, Exene Cervenka e Jim Thirlwell.
Nata a Rochester, ma newyorkese d’adozione, Lydia Lunch – come Diamanda Galas, Karen Finley, Linda Montano – incarna un modello femminile da «angry woman», spregiudicato, aggressivo, sprezzante dei tabù e delle convenzioni sociali. Molestata dal padre sin da bambina, iniziò a scrivere alla sola età di dieci anni «per incanalare tutta quell’energia dolorosa» nelle poesie e nei racconti.
Fuggita di casa, a 16 anni va a vivere da sola in un appartamentino tetro dell’East Village. A 17, vestita di pelle e con una minigonna mozzafiato, inizia a scaricare le sue paure e i suoi incubi in un microfono, come cantante dei Teenage Jesus & The Jerks, uno dei primissimi gruppi della No Wave newyorkese. Una scena che accelera il discorso nichilista e destrutturante del punk, abbandonando la matrice rock’n’roll e innestando l’improvvisazione del free jazz su una base rumorista.
Tra la fine dei Settanta e la metà degli anni Ottanta vive una stagione incredibile, cantando in quattro gruppi diversi (8 Eyed Spy, 13.13, Beirut Slump, Harry Crews) e recitando nei film violenti e pornografici del regista Richard Kern come The right side of my brain e Fingered, che inducono a una riflessione senza veli sulla società americana e sul rapporto tra i sessi. Scrive inoltre libri di poesie e romanzi, spesso illustrati da fumettisti underground.
Il suo ultimo progetto: «Brutal Measures» combina la parola e l’improvvisazione, dall’estremo della No Wave all’hard rock e al Black Jazz, dalla seduzione all’aggressione.