Intervista ad Enrica Musto, l’irpina che ha conquistato la giuria di Tu Sì Que Vales

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Un viso pulito, una voce che esprime sicurezza e determinazione e tanta voglia di studiare e migliorare sempre di più: sono queste le qualità di Enrica Musto, la 21enne di Montemiletto che ha conquistato, già dalla prima esibizione, il cuore della giuria di Tu Sì Que Vales e ha portato a casa la meritata vittoria.

“Sono felice che questo grande talento sia custodito in una ragazza che si presenta in jeans e una camicia azzurra” – ha affermato Maria De Filippi, membro della giuria, durante la prima performance di Enrica in cui ha interpretato “Tu si ‘na cosa grande” dell’immenso Domenico Modugno.

Enrica, come nasce questa passione per la musica lirica?

E’ nata diciamo un po’ per caso, un giorno di molti anni fa: avevo 12 anni, accompagnai il figlio di amici di famiglia alla lezione di canto e la maestra Pina Cassano, avendo individuato nella mia voce un timbro particolare, mi chiese se volessi iniziare a cantare.

Dopo circa un mese di canto, senza aver avuto alcuna esperienza precedente, mi etichettò come soprano.

Avendo riscoperto questa passione per il canto lirico, ho studiato a Matera, con il maestro Francesco Zingariello e mi sono iscritta al Conservatorio. Nel 2015 ho vinto un Concorso Internazionale a Verona, nel quale ho avuto il grande piacere di conoscere Katia Ricciarelli.

Da lì ho iniziato con lei una tournée “Viaggio nell’operetta”, che sto ancora facendo, prima della recente vittoria. Nei prossimi giorni dovrò decidere cosa farò…

Da cosa è nata l’idea di partecipare al programma Tu Sì Que Vales?

In realtà l’idea è nata da mio padre, che mi ha iscritta senza dirmi nulla. Due giorni dopo aver sostenuto un esame universitario, ricevo una chiamata da Mediaset. Questa cosa mi ha sorpresa e diciamo divertita, ho pensato di partecipare senza particolari aspettative, visto che non sono mai stata in TV. Ci tengo ad aggiungere che gli altri concorrenti erano delle persone davvero in gamba; a volte si pensa che il mondo della TV sia una “giungla” basata solo sulla competizione, invece i miei “compagni di viaggio”, gli autori, i maestri, mi hanno dato davvero tanto. Non mi sono mai sentita in competizione, ognuno ha dato semplicemente tutto se stesso. Li ringrazio per aver condiviso questa esperienza con me che a prescindere da tutto, mi porterò sempre nel cuore.

Al momento quali progetti hai per il futuro?

Oltre a studiare canto sono iscritta all’Università Federico II di Napoli, alla facoltà di Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio culturale indirizzo cinema, musica e spettacolo, per mantenere un filo logico con gli studi di musica. Ho intenzione di portare avanti entrambe le cose, mi voglio laureare perché ci tengo ad avere un titolo di studio universitario. Forse non continuerò la magistrale, perché voglio confluire la maggior parte delle energie nel canto lirico, approfittando delle opportunità che mi verranno concesse dopo la vittoria al programma e di tutte le energie che si hanno quando si è giovani.

Quale sarà la prossima tappa musicale di Enrica Musto da vincitrice?

Sto ricevendo tante offerte da studi di produzione e agenzie, però al momento, voglio riflettere bene, in base al mio gusto personale che si orienta più verso l’Opera che la TV al momento, però non mi spaventa intraprendere un percorso nuovo, magari nella lirica pop non si sa mai…

Concludendo, cosa diresti oggi a chi vuole intraprendere gli studi di canto lirico?

Direi di non rincorrere falsi miti, nel senso che si può pensare che la lirica possa essere qualcosa di vecchio, inusuale, invece è come la danza classica. Il canto è come lo sport, ci vuole allenamento costante. Ho sempre paragonato la lirica al nuoto, lo sport completo per eccellenza. Il genere viene spesso valutato per sentito dire, invece, analizzando un testo lirico, si analizza un testo che crea una giusta forma mentis e insegna un valore morale. Noi artisti siamo solo un mezzo tramite cui i personaggi parlano e vogliono mandare i loro messaggi che risultano essere sempre attuali, se si prova a leggere qualche testo. Bisogna guardare anche il lato romantico delle opere classiche, non solo la difficoltà o la pesantezza. In fondo dalle opere liriche dipendono molti generi musicali e non sarebbe giusto disprezzare le radici.