La storia senza fine del fiume Ufita, allarme dei cittadini

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Il fiume Ufita. Una storia infinita. Continua l’allarme, da parte di cittadini, che stavolta arriva ancora dalla cittadina ufitana.

Un bene comune, l’Ufita appunto, che dovrebbe coinvolgere non solo l’intera valle ma le istituzioni, la politica.

Dopo che, nei giorni scorsi, ancora una volta le immagini subito postate sui social testimoniano il degrado raggiunto, e a cui bisogna rimediare prima che sia troppo tardi, sale la rabbia per lo stato in cui il fiume porta stancamente a fine il proprio ciclo.

Tutti sanno cosa accade, ma pochi si interessano. Le associazioni, come quella per la tutela del Territorio, con in testa Anselmo La Manna, attraverso video girati ha fatto vedere discariche a cielo aperto, pesci morti a causa dell’inquinamento del fiume, acqua putrida, bollicine che invadono il letto dell’Ufita. Dove, a poche centinaia di metri di distanza, c’è un depuratore che serve (ma, forse, mica tanto, ndr), le aziende del nucleo industriale.

Anche privati cittadini, che hanno a cuore il problema, scattano foto che si possono vedere su Facebook.

E tutto questo materiale è stato consegnato all’autorità giudiziaria che sta ancora indagando. Intanto, sempre sui social, é nato un gruppo, “Grottaminarda paesologica”, che ha scritto una lettera aperta al sindaco di Grottaminarda, Angelo Cobino, alla giunta e all’intero consiglio comunale di palazzo Portoghesi.

Un gruppo che intende fare, della questione del fiume, “un tormentone ossessivo e ossessionante”. Perché quello di cui si interessano è un argomento che va”aldilà delle contraddizioni politiche e culturali.

Questo è il paese che amiamo-scrivono a Cobino”. Non si tratta, per Grotta Paesologica, di fare “ecologismo scientifico, politico, economico, ideologico. Che non ci piace”. Più semplicemente guardano al territorio come”fatto antropologico ed affettivo”. Da queste parti si parla sempre di futuro, della centralità tra Puglia e Campania, tra il Tirreno e l’Adriatico, con l’alta velocità della stazione Hirpinia”.

E, ancor di più, il gruppo nato su Facebook, pur essendo”orgoglioso della propria identità e del futuro” fa fatica “a comprendere la sottovalutazione la complicazione inaccettabile del degrado del bacino del fiume Ufita”.

Nessun appello “di maniera”, quindi, ma impegno”a livello personale, istituzionale e politico”. Questa pagina, infine, si aggiunge alle altre voci che gridano allo scandalo del fiume Ufita”fino a quando non si risalira’ a responsabilità e inadempienze”.

Giancarlo Vitale

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