Enrico Franza – Fine anno scolastico: “dove sono le modalità di insegnamento?

528

Enrico Franza – Fine anno scolastico: “dove sono le modalità di insegnamento?

Enrico Franza, ex sindaco di Ariano Irpino, commenta la fine dell’anno scolastico:

La scuola è finita.
La prima a chiudere, l’ultima a «riaprire». E nessuno sa ancora in quali condizioni, a cominciare dal governo.
I giovani studenti, in questi lunghi mesi di quarantena, sembrano essere stati destinatari soltanto di un assistenzialismo di rimando.
Come permettere loro di studiare?
Come mantenerli tranquilli a casa?
Come renderli stoici rispetto alla pandemia?

E non una sola domanda su quando potranno essere legittimamente destinatari di politiche attive che mettano al centro lo studente e le sue aspirazioni.

Non si tratta solo del Covid-19. La scuola deve essere terreno di certezze e non di approssimazione. Deve esserlo sempre e senza eccezioni, perché ne va della sopravvivenza non solo economica, ma soprattutto sociale del paese.
Ancora più di ieri la funzione della Scuola è di educare le coscienze delle donne e degli uomini del domani a dire no ai tempi bui, al vuoto dei valori e di prospettive. – continua Franza -Valori e prospettive che reclamano scelte politiche più coraggiose e lungimiranti. Qui è in ballo l’idea stessa della società, dello stare insieme. La nuova società del domani non potrà che ripartire dalle fondamenta del sapere, dall’istruzione pubblica, e non sarà di certo un Decreto a rendere giustizia ai tanti docenti che con dedizione si spendono nella formazione culturale del singolo.
E allora, scuola online o in presenza, ma i piani di studio che integrano l’ordinaria offerta formativa con le nuove modalità di insegnamento dove sono?
Dove sono i piani strutturali che consentono di preservare i temi e i contenuti cardine della nostra cultura scolastica e di ampliarli, rispondendo alle nuove esigenze di comunicazione, di costruzione (oggi anche di ricostruzione) dell’identità dei nostri studenti? – conclude Franza -Oggi, servono piani e dettagli, risposte concrete e una politica di indirizzo generale che abbiano il senso del futuro e l’ambizione di una prospettiva, pena la fine del nostro Paese.
È nei momenti di crisi che le decisioni devono cedere il passo alle scelte. E allora, “Se non ora, quando?”