Azione Civile: L’Italia esiga giustizia per Zaki e Regeni

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Azione Civile, movimento fondato da Antonio Ingroia: “L’Italia esiga giustizia per Zaki e Regeni”.

Azione Civile, movimento nato per la difesa dei valori della Costituzione del 1948, sempre a favore dei diritti umani e dei più deboli, denuncia il colpevole silenzio del Presidente del Consiglio e del Ministro degli affari Esteri sulle vicende dei due ricercatori protagonisti di vicende sconcertanti quanto drammatiche.

Patrick Zaki, attualmente rinchiuso nella prigione di Tora, soprannominata “la tomba”, da dieci mesi, in una cella di plexigas, che contiene 699 detenuti, tutti in custodia cautelare, quindi senza processo né possibilità di difendersi dalle accuse.

Zaki è un giovane studente di religione copta. I Copti sono un’antichissima comunità cristiana della Chiesa ortodossa, fortemente vessata ed emarginata nel Paese le cui Chiese sono oggetto di continue aggressioni e minacce. Patrick, arrestato al suo arrivo all’aeroporto del Cairo, stava svolgendo un master sulla questione femminile e di genere presso l’Università di Bologna. Tutti elementi che lo rendono assai inviso al sanguinario regime del dittatore Al Sisi. Il suo caso, ha sollevato una mobilitazione planetaria.

In questo quadro drammatico, il governo italiano ed il ministro degli esteri tacciono vergognosamente e continuano ad intrattenere rapporti commerciali con l’Egitto. Ci vorrebbe, invece, un segnale significativo quale il conferimento della cittadinanza a Zaki, il ritiro dell’Ambasciatore italiano, e, soprattutto, quantomeno la minaccia d’interruzione degli affari commerciali con Al Sisi. Affari bagnati di sangue innocente.

Giulio Regeni, era un ricercatore italiano dell’Università di Cambridge, mandato al Cairo per svolgere una ricerca sul sindacato. Chiunque abbia una minima conoscenza dell’Egitto sa bene che il sostantivo “sindacato” equivale ad una bestemmia in un Paese in cui non esiste lo Stato di diritto. Lo sapevano certamente le professoresse egiziane dell’Università inglese che non hanno mai pronunciato una parola di solidarietà per la sua tragica vicenda.  Consapevolmente, mandarono Giulio al martirio. Una morte sopraggiunta dopo giorni e giorni di torture disumane e raffinatissime che resero il suo corpo irriconoscibile alla famiglia.

Anche in questo caso, le mobilitazioni non hanno sortito alcun effetto.

Azione Civile chiede all’Italia di rendersi protagonista di uno scatto di orgoglio e pretenda subito giustizia e verità per i due giovani.

Ritiri immediatamente l’Ambasciatore italiano, e, soprattutto, interrompa quegli affari commerciali bagnati di sangue con Al Sisi.

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