Bonito – Transumanza bene immateriale dell’Umanità pronto il primo documentario

632

Il primo documentario cofinanziato dalla Regione Campania partecipa a ben tre festival

Enrico Tordiglione, Carmelina Colantuono

La transumanza l’11 dicembre del 2019 è stata dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità dal comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco. Si ricorda che la transumanza veniva praticata, anticamente, nell’ambito della pastorizia e indica lo spostamento, la migrazione stagionale del bestiame. Il contributo dato dalla famiglia Colantuono affinché ciò potesse avvenire è stato decisivo. Tant’è che ha accolto le visite dei membri dell’Unesco che hanno vissuto, a tratti, la pratica della transumanza. Questa stirpe molisana di Frosolone, da sempre, pratica la transumanza nel pieno rispetto del benessere degli animali e seguendo il ritmo stagionale: da maggio partono da valle per recarsi verso le montagne al fine di evitare il caldo estivo e a fine estate ripartono per il percorso inverso. La famiglia Colantuono percorre circa 180 chilometri di strada, che va da San Marco in Lamis, nel foggiano, fino a Frosolone, nel Molise e attraversa i territori del Regio Tratturo, con i suoi circa 400 capi, tragitto, durante il quale vengono toccate anche le terre della Campania. Come in tutte le famiglie che si rispettano c’è un leader che accompagna la sua squadra. Ebbene, anche qui c’è un capo che prende il nome di Carmelina Colantuono che, di anno in anno, porta avanti la preistorica pratica. Ormai famosa la transumanza della famiglia Colantuono accoglie tra le sue ‘mandrie’, nuovi adepti, tra cui studenti e turisti provenienti anche dall’estero, dalla Francia, dall’Australia, che hanno portato i loro cavalli per partecipare alla transumanza diventando, così, degli aiutanti della famiglia Colantuono già, di per sé, molto numerosa. Questa pratica ha attirato l’attenzione anche dei sindaci e amministratori dei vari Comuni attraversati dal bestiame che ben lieti porgono un caloroso benvenuto.

Da qui parte il progetto di Enrico Tordiglione che ha prodotto il primo documentario, dopo la proclamazione dell’Unesco, che titola ‘Vaccari’. Nel 2020 si dà il via a questo progetto cofinanziato dalla Film Commission, fondazione in house della Regione Campania che promuove e agevola la produzione cinematografica, televisiva e audiovisiva in Campania.

Il documentario ‘Vaccari’ racconta la storia del ritorno di un giornalista che oltre a riscoprire la sua terra riscopre sé stesso tra gli scenari dell’Altopiano del Terminio, del Lago Laceno, in cui le attività dei Mandriani, durante il percorso della transumanza, vengono scandite dai suoni, odori e colori di un’antica pratica che seguita ad essere rappresentativa dell’ancestrale legame spirituale fra uomo e terra.

Il progetto ‘Vaccari’ è anche rivolto al mondo scolastico ed ha lo scopo di praticare un’attività didattico-formativa atta a spiegare il significato legato alla ‘Salubrità Ambientale’. Il progetto realizzato dalla Pittimovie-Italia srls che, nel periodo della realizzazione del documentario, ha condiviso la scena con i colleghi del New York Times. Enrico Tordiglione ha spiegato: “Il documentario ‘Vaccari’ è dinamico, ti fa entrare nel vivo di una pratica antica come quella della transumanza, in cui emergono vecchi e nuovi legami. I protagonisti, oltre alla mandria, sono i paesaggi che si incontrano durante l’intero percorso, l’ambiente, l’acqua, e gli altopiani Irpini e della Campania. Tutto questo raccontato dalla voce narrante, il famoso doppiatore e attore,  Francesco Pannofino, e diretto  da Michele Melchionda”.

In questo clima di pandemia che ha azzerato tutto il nostro mondo, il documentario ‘Vaccari’ ha avuto molti riscontri rispetto alla partecipazione ai festival tra cui: siamo stati selezionati per partecipare al Festival internazionale di Cefalù che si dovrebbe tenere nel mese Febbraio, all ‘All lift- off film festival’ di Londra e  al ‘The Third Meihodo International Yuoth Visual Media Festival 2020 in Giappone’”.