Quando un semplice “like” crea una dipendenza patologica, quando la vanità può superare la malattia di Giovanni Savignano

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Chiara Savignano, giornalista e scrittrice, laureata in giurisprudenza, ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Ossessione virtuale”, edito Publishing Generis.
L’ autrice, cresciuta tra letture e studi, libri e biblioteche, figlia d’ arte (padre filosofo e docente universitario; madre già preside e docente di lettere), ha dato prova di grande sensibilità culturale con determinata volontà di essere protagonista del mondo intellettuale e sociale.
Un libro molto adatto al contesto attuale che porta il lettore sulla falsariga della Società liquida di Bauman, ovvero l’assenza di qualunque riferimento “solido” per l’uomo di oggi; con effetti collaterali ancora tutte da capire che Chiara Savignano cerca di focalizzare nella descrizione del rapporto di dipendenza ( patologico) della protagonista del libro con i social network; quest’ultima
trascura quasi totalmente il mondo reale e le relazioni affettive sociali, come ad es. la scuola, il gruppo familiare, gli amici, etc. giungendo a un vero e proprio isolamento sociale, ad una sorta di.autoemarginazione.
Questa tipologia di persone vive in un universo parallelo e irreale, dove tutto pare possibile e, sicuramente, più bello e affascinante; oltretutto, trattandosi di una dimensione senza tempo né spazio circoscritti, la persona si sente più libera di “agire”.
La maggior parte dei soggetti
in questione si edifica e ” stabilizza” online una nuova persona che è una versione rafforzata di se stessa/ come” quando la vanità sfiora la malattia”.
Il bisogno di like sui social network è quasi come un sintomo di una crisi interiore. William James, psicologo e filosofo americano, definiva l’autostima come un processo derivato dal rapporto tra “sé reale e sé ideale”. Ottenere un’ alimentazione retroattiva, un fall_ out , una risposta “dal di fuori” può rafforzare il nostro senso di autostima e la visione che abbiamo di noi stessi.
Ricevere tanti like su Facebook, avrebbe come conseguenza l’elevazione dell’ autostima.
Pertanto, basta un “like” o un “cuore” per sentirci migliori, più a nostro agio.
Purtroppo, dietro a questo comportamento, può celarsi il rischio di una profondo senso di sfiducia in se stessi, nelle proprie capacità e nella possibilità e speranza di costruirsi un futuro.
Alcuni studiosi ritengono che le persone piene di ottimismo, propositive e indirizzate a progetti futuri sarebbero più capaci di gestire il collegamento tra riscontro positivo esterno e la propria autostima. Questo avverrebbe grazie alla consapevolezza di scegliere e valutare al meglio i benefici a lungo termine, rispetto a piccole ricompense immediate, tipo un like su Facebook .
La dipendenza dai social viene considerata da medici psichiatri e psicologi, come un disturbo da discontrollo degli impulsi ed è una tematica abbastanza recente ( proposta da Ivan Goldberg nel 1995)
Per fortuna, non tutti i fruitori cronici della rete si trasformano obbligatoriamente in sudditi., ed è possibile che tale dipendenza prenda piede più in persone con pre-esistenti fragilità e disagi psicologici ( stati ansiosi, forme pseudo-depressive.. insicurezze..).
Nasce così un circolo vizioso che invita a trovare aiuto, conforto, distrazione e ristoro in rete.
Non a caso , appare importante l’utilizzo che ne facciamo, tenendo conto che il rischio di abuso è dietro la porta.
L’ autrice Savignano richiama l’ attenzione sul mondo digitale che in questa epoca ha fondato la propria egemonia, consolidando tendenze già esistenti.
La protagonista del libro soffre di ” ansia di riconoscimento narcisistico” , ma tramite un” processo catartico” riuscirà a riappropriarsi dell’identità.
L’ egocentrismo radicalizzato e fondamentalista che ha scoperto , nei social network , il paradiso sognato. Un narcisismo portato all’ estremo, in assenza di qualsiasi interesse per L’ Altro, in grado di mutare — con percorsi di alchimia — corpo e sentimento in cose materiali da veicolare nel mondo irreale, dell’apparenza, del non senso, sperando di conquistare una sorta di premio sociale. Sarebbe cosa buona e giusta risvegliarsi e riconquistare l’identità sospesa, magari non ancora perduta. Ed è quello che succede alla protagonista del libro col “processo catartico” della psicoanalisi ben romanzato da Chiara Savignano:
eliminazione delle impurità, dei pesi e responsabilità dell’animo, della mente, dello spirito, dell’ inconscio, con la liberazione dalle tensioni psichiche .
Il metodo catartico è un metodo terapeutico ideato da S.Freud J.Breuer Dal greco antico : Katharsis ( purificazione).

Prof. dott. Savignano Giovanni