Nella Chiesa di San Nicola , a Gesualdo, presentazione del libro “La Fontana più bella del Principato Ultra”, il monumento realizzato in Piazza Umberto I in paese. Il testo scritto da Rossano Grappone e edito da Gesualdo Edizioni, ne hanno discusso l’autore e il Professore Giuseppe Mastrominico.
Il racconto prende le mosse da una data precisa, il 5 luglio 1829, quando l’Amministrazione di Gesualdo approvò la costruzione della strada di collegamento che dal centro del paese conduceva alla via Appia (oggi via Otica), con il contemporaneo rifacimento dell’acquedotto comunale.
Dunque, una fonte durevole di reddito di e sostentamento per la manovalanza locale con le amministrazioni che dovevano districarsi tra intoppi burocratici, con la necessità di imporre nuovi dazi e gabelle, e perciò con la scelta dei generi alimentari da “colpire”, salvaguardando situazioni di indigenza o disagio.
Il testo descrive le accese discussioni tra i fautori del restauro di vecchie fontane, con scomposizione e ricomposizione di pietre in travertino, e i sostenitori della costruzione ex novo mediante l’utilizzo di materiali alternativi, quale il prezioso alabastro estraibile da cave presenti sul territorio. Ma poi la scelta tra architetti o ingegneri progettisti e artisti o scultori.
Il libro descrive il ruolo di amministratori del sindaco Felice Catone, dei progettisti come l’architetto Roca e l’ingegnere Panico, dello scultore Felice Caggiano.
Figure importanti quelle di scalpellini, muratori, levigatori, marmisti, trasportatori, lavoratori a cottimo, volontari che contribuirono alla sua realizzazione.
Schede, disegni, progetti completano il testo di quell’opera che alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento fu definita come“la Fontana che non ha eguali in Provincia”, “singolare per bellezza ed eleganza”, grazie “ai colori e alla trasparenza dell’alabastro gesualdino”.