L’istituto penitenziario non è solo il luogo della determinazione della pena ma ha lo scopo di rieducare il condannato, così come previsto dall’art. 27 della Costituzione.
Nei carceri è molto importante tutelare il benessere psicologico del carcerato in quanto l’ingresso in carcere è un evento destabilizzante per l’individuo perché modifica gli aspetti emotivi, cognitivi, comportamentali.
All’ entrata in carcere il detenuto ha una reazione di netto rifiuto all’ambiente detentivo, volta soprattutto ad evitare la collusione con un’identità massificante e intrusiva.
A livello psicologico il carcerato quando ha una detenzione subisce un impatto molto significativo verso la dimensione del Sé identitario che si adatta lentamente e progressivamente al collettivismo imposto dall’istituzione.
Lo psicologo per supportare il detenuto al meglio utilizza diverse tecniche.
Un orientamento psicologico che si interessa a fornire al paziente gli strumenti adeguati per prevenire e superare il loro malessere è la psicologia strategica.
Il terapeuta strategico, durante la sua terapia utilizza la tecnica che serve per interrompere il sistema delle “tentate soluzioni” proponendo al paziente alternative di risoluzione più adeguate .
Ciò comporta che il paziente può modificare la sua visione della realtà attraverso i suggerimenti e le soluzioni alternative proposte dal terapeuta.
In modo tale da poter affrontare al meglio il proprio malessere.
Negli istituti penitenziari sono reclusi anche detenuti che hanno i disturbi di personalità.
Per supportarli al meglio ci sono i servizi di salute mentale .
Questi includono valutazioni e screening per identificare tempestivamente i detenuti che necessitano di assistenza. Inoltre, offrono terapie individuali e di gruppo per aiutare i carcerati a gestire i problemi emotivi e a trovare supporto reciproco tra pari.
Negli istituti penitenziari un obbiettivo fondamentale è tutelare il diritto del benessere della salute sia fisica che psicologica come è sancito dalla nostra costituzione nell’ articolo 32 :”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Secondo ricerche psicologiche riportate in letteratura negli ultimi anni il fenomeno del suicidio nei carceri è in aumento.Si è visto che i detenuti più a rischio sono quelli affette da disturbi psichici.
-
Tra i disturbi diagnostici più a rischio compaiono casi di : depressione maggiore, disturbo borderline di personalità, disturbo antisociale di personalità, schizofrenia, disturbo schizotipico, disturbo delirante, disturbo di personalità paranoide, disturbi psichici e comportamentali correlati all’uso di sostanze.
Un altro fattore di rischio per il suicidio è l’isolamento in celle singole (celle di isolamento).
Per prevenire ciò lo psicologo utilizza i colloqui psicologi che sono di fondamentali importanza
Psicologa
Mariarosaria Castagnozzi