Da Atripalda a Sanremo una storia lunga tre generazioni che ha avuto inizio nel 1953. Sabino Alvino è il proprietario dell’ Osteria “Valleverde” che, con la mamma Enza D’Amore e la sorella Anna, continua questa avventura di ristorazione.
Sabino come ha inizio il tutto?
“La storia è semplice. Correva l’anno 1953 quando mia nonna Pasqualina insieme a mio nonno Sabino decisero di lasciare i campi e dedicarsi alla ristorazione partendo da alcune considerazioni, prima fra tutte quella che Atripalda era una via di transito per andare ad Avellino; inoltre si svolgeva il marcato settimanale del giovedì , da non dimenticare il transito che si svolgeva dal napoletano al foggiano. Anche i locali facevano la partita a
carte oppure a bocce e si giocavano il bicchiere di vino oppure mangiavano qualcosa. Era limitato all’epoca al momento una pasta e fagioli, trippa, e altre pietanze frugali. Ovviamente l’inizio fu molto travagliato , avevano a disposizione solo un’ambiente e un fornello a gas ( bibigas )”.
E poi….
“Siamo nel 1953 e mia nonna Pasqualina inizia l’attività. Negli anni ’60 la struttura iniziava ad ampliarsi con la ristrutturazione di alcune camere che mise a disposizione di persone che lavoravano nel nascente nucleo industriale e pernottavano dal lunedì al venerdì; non c’erano avventori che si spostavano per turismo ma solo addetti alle fabbriche . Questo servizio di pernotto lo ha sospeso prima del terremoto dell’80, in quanto la nostra famiglia si era allargata eravamo tre nipoti che crescevamo e creavamo
famiglia e quindi la casa serviva a noi. Quindi siamo andati avanti con l’Osteria che man mano si è evoluta, con sale per ricevimenti, e fiore all’occhiello è la sala enoteca. Abbiamo sistemato la cantina e in ultimo abbiamo costruito una sala che inizialmente era una pergola che la neve del 2014 distrusse; fu una decisione anche dettata dai numeri che crescevano quindi dovevamo allargare gli spazi”.
Zi Pasqualina , Rino e Sabino , lei è la terza generazione …..
“Si, ma io sono stato affiancato subito da mia mamma che ha ereditato tutti i segreti di nonna, una nota dolente è la morte di mio padre che morì nel 2005, venti anni fà e mamma diventa il perno principale di tutta l’attività”
Valleverde o ‘Zi Pasqualina?
“ Valleverde da sempre; ‘Zi Pasqualina con fare anziana di mia nonna, finisce per dare il nome nell’immaginario collettivo. Io sulla carta intestata ho messi entrambi , Valleverde e ‘Zi Pasqualina”.
Quali sono i piatti che non possono mancare da ‘Zi Pasqualina?
“Ci sono tre piatti che facciamo tutti i giorni indipendentemente dalle stagioni, sono: scarola e fagioli con cotechino, fusilli al ragù , misto di carne al ragù ( braciola , polpette, salsiccia, cotechini, tarachelle) i piatti che si facevano in passato nelle nostre famiglie. Molte altre specialità sono legate alla materia prima in base alle stagioni”.
Ed i vini?
“I vini sono un’eredità che mi ha lasciato mio padre. Lui aveva una grande cultura vinicola, non va dimenticato mio nonno materno Giuseppe che produceva fino a cinquecento quintali di vino negli anni ’60. Mio padre segue o meglio apprende dall’esperienza di mio nonno, io invece, faccio scuola di enologia , conseguendo il diploma di enologo nel 1993. Poi faccio il primo corso di sommelier; a Merano faccio un corso biennale Wine manager , dopo l’esperienza di Merano faccio il Carabiniere Ausiliario, finita la leva sono ad un bivio: continuare, firmare e intraprendere la via Militare oppure la
ristorazione, optai per la ristorazione “.
Perché Valleverde va a Sanremo, cosa la spinge a farlo?
“Zi’ Pasqualina va a Sanremo come lo scorso anno. E’ stata un’esperienza bellissima portare la nostra Irpinia al di fuori della Provincia e della Regione.
L’ intento è di trasmettere delle note positive della nostra, che molto spesso vengono percepite in modo non esatto “.
Credo che i nostri lettori siano curiosi di sapere cosa fate a Sanremo….
“Noi abbiamo accesso ad un’ area servizi che si chiama ‘Casa Sanremo’ che è a tutti nota, questo spazio è di circa centocinquanta metri dal teatro Ariston. L’ingresso a quest’ area è consentito solo a persone accreditate: Manager , giornalisti, cantanti e tutte le persone che girano intorno al Festival.
Noi, grazie ad un’ associazione di Avellino, ’Terra d’Irpina’ che gestisce tutta la zona fund di Casa Sanremo ed esclusivamente con l’Irpinia, facciamo parte di questa associazione che ci ha contattato ed abbiamo aderito e siamo qui con le nostre specialità”.
Avete clienti da servire di altissimo spessore?
“ Come dicevo tutte le persone che fanno sì che si possa svolgere la più grande rassegna canora italiana “. Siamo partiti martedì quando è iniziato il Festival fornendo il primo steep di pranzo con piatti storici della cucina di Zi Pasqualina. Voglio mansionare l’aperitivo che abbiamo servito, ricordo lo faceva mia nonna in campagna con l’aggiunta del tartufo di Bagnoli Irpino che è ingrediente nobile. Quindi il piatto consiste in patate e peperoni ripassati in padella con uovo fritto e Tartufo”.
Piatti di eccellenza della gastronomia irpina?
“Sì, dopo questo aperitivo offriamo al palato degli avventori il piatto storico di mia nonna e mia madre: pasta fresca fatta in casa mantecata con il famoso pecorino di Carmasciano”.
Com’è composto il suo staff ?
“Da me e mia moglie; qui ci avvaliamo della collaborazione di personale specializzato che ci è fornito dalla nostra associazione”.
Pellegrino La Bruna