E’ cominciato il cammino che porterà all’elezione del nuovo Papa. Fin dal ritorno alla casa del Padre di papa Francesco si sono scatenate le ipotesi sul suo successore. Così come si sono infittite le analisi su come la chiesa intenderà proseguire sulla strada tracciata da papa Bergoglio. Molti e autorevoli i commenti di porporati, di giornalisti, di vaticanisti, ciascuno con una interpretazione che, per quanto esaustiva, non risponde forse alle attese dell’opinione pubblica.
Da cattolico, intendo esprimere con la presente riflessione il mio punto di vista rispetto al futuro della gestione della vita della chiesa. Papa Francesco ha esercitato il ministero petrino introducendo, se non elementi di novità, modalità più marcate in alcune direzioni. Indiscutibili i passi compiuti nella riforma della curia papale, anche se il processo non è stato terminato. Tenace la sua determinazione nel perorare il rispetto di nostra madre terra e nella perdurante richiesta di pace per tutti i teatri di guerra nelle diverse regioni del pianeta. Ancora insistita è stata la ricerca di positivi rapporti con i rappresentanti delle altre religioni monoteiste, alla luce della fraternità universale.
Il richiamo alla povertà, l’attenzione costante verso gli ultimi, hanno calamitato sul suo magistero tanta attenzione e considerazione da tanta parte dell’opinione pubblica, non necessariamente cattolica. Su questioni e problematiche di natura più squisitamente di ordine teologico non pochi cattolici sono rimasti perplessi rispetto ad alcune aperture. Queste sono state ritenute o troppo audaci o troppo timide. Penso che il punto di riferimento di ogni modalità di esercizio del ministero petrino è il messaggio evangelico, nella sua essenzialità.
Va anche ribadito che, pur rimanendo fermo il principio delle verità irrinunciabili, è naturale che l’azione pastorale trovi modalità rispondenti alla natura dei tempi. Su quali scelte nuove potrà esercitarsi la missione della chiesa in un mondo in trasformazione il dibattito è aperto. Su quali coordinate è possibile che il prossimo papa intenderà muoversi?
Sono convinto che la lezione bergogliana sarà un punto fermo, per quanto riguarda i capisaldi della sua azione. L’attenzione e la cura dei più deboli, degli ultimi, è patrimonio connaturato alla lezione evangelica. La rinnovata, insistita predicazione sulla necessità della pace, la tutela e la cura della natura, sono state costanti della sua missione. Saranno certamente al centro dell’impegno del nuovo pontefice. Anche l’aspirazione ad una ribadita fraternità umana sarà un punto fermo che il futuro pontefice considererà irrinunciabile.
A mio avviso, il futuro pontefice tenderà ad individuare un punto di equilibrio tra ancoraggio alla tradizione e aperture al nuovo. Importante sarà potenziare ulteriormente la lezione del Concilio Vaticano secondo. Di sicuro proseguirà con rinnovata intensità il cammino verso l’unità del mondo cristiano. Avrà a cuorepotenziare e riconoscere il ruolo della donna nella vita della chiesa, arginare la corruzione nelle diverse forme, attenzione fraterna per gli erranti, ma chiarezza sugli errori da evitare.
E’ proprio questo il punto di equilibrio da non smarrire: fedeltà ai valori, ai principi, accoglienza per tutti coloro che incappano nell’errore e che desiderano incamminarsi verso orizzonti positivi. Di sicuro, per i credenti, oltre all’impegno degli uomini, aleggia sul conclave e sul papa che il conclave eleggerà la forza vivificante e illuminante dello Spirito Santo.