Roma – I Carabinieri della Stazione Roma EUR hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone il divieto di avvicinamento, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma – su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – per un romano di anni 40, ritenuto responsabile, in concorso con la compagna e il padre, di circonvenzione di persona incapace.
L’indagine scaturisce da alcune segnalazione rivolte, nel mese di ottobre 2016, ai Carabinieri della Stazione Roma EUR dal direttore di un istituto di credito del quartiere capitolino che aveva notato dei movimenti sospetti sul conto corrente di una cliente 83enne.
Indagando sui movimenti bancari del conto corrente dell’anziana, i militari, coordinati dal sostituto procuratore dott.ssa Maria Gabriella Fazi, hanno riscontrato che negli anni 2015 e 2016 risultavano vari accrediti riconducibili a sblocchi di fondi e molteplici prelievi a sportelli ATM, quasi quotidiani per un importo giornaliero di 1.500 euro. Nello stesso periodo erano stati effettuati prelievi, esclusivamente mediante l’utilizzo del bancomat, per la somma di circa 300.000 euro.
Eseguendo alcuni servizi di osservazione, i Carabinieri hanno riscontrato che il più delle volte la donna veniva accompagnata all’istituto di credito da un uomo che non risultava essere legato da alcun vincolo di parentela. I successivi accertamenti consentivano di appurare che l’accompagnatore aveva conosciuto l’anziana eseguendo alcuni lavori di giardinaggio nella sua abitazione.
Le investigazioni hanno documentato che il giardiniere era riuscito a manipolare l’anziana prospettandole falsamente – da un lato – di versare lui in precarie condizione di salute e di essere bisognoso di costose cure mediche che non poteva permettersi e senza le quali avrebbe rischiato la vita e – dall’altro – che la stessa donna si trovava in pericolo a causa di fantomatici delinquenti che intendevano ucciderla, motivo per cui dovevano essere affrontate spese legali.
L’indagato, con tali modalità e sfruttando lo stato di soggezione psichica dell’anziana, era riuscito ad indurre la vittima a corrispondergli notevoli somme di denaro impoverendola al punto tale da lasciarla senza il denaro necessario a soddisfare i bisogni elementari.
Nella vicenda, oltre al giardiniere, sono indagati:
– la compagna per averlo indotto nella reiterazione della riscossione del denaro dalla vittima beneficiando dell’ingiusto profitto;
– il padre per avere monetizzato gli assegni bancari indebitamente ricevuti dalla malcapitata.
Nel periodo dell’indagine, i Carabinieri hanno accertato il versamento di oltre 25.000 euro.