La Rete della Caritas di Benevento a supporto dei Comuni per l’accesso a fondi europei e nazionali

1994
Don Nicola De Blasio e Angelo Moretti

La Rete della Caritas di Benevento a supporto dei Comuni campani per avere accesso ai fondi Europei e Nazionali. Questo il bando che sarà aperto a giorni, dalla Caritas Diocesana Sannita, e sarà la proposta per i piccoli Enti locali della Regione Campania del Welcome per accedere ai primi finanziamenti pari a circa 7 milioni di euro. Una Rete che farà da ponte per unire i nodi delle Reti locali in ambito delle politiche volte alle fasce più deboli e all’inclusione sociale. Ad anticiparlo Don Nicola De Blasio e Angelo Moretti, rispettivamente direttore e coordinatore della “Caritas Diocesana di Benevento” Cittadella della Carità Evangelii Gaudium nell’ambito della settima lezione del Corso Cives dal titolo “Costruire reti, diventare comunità”. Più semplicemente La Caritas si propone come intermediario tra Comuni e le smisurate possibilità di accesso a fondi Comunitari e Nazionali (spesso poco utilizzati) per avviare progetti di grande impatto sociale (Sprar, Sia, Budget di salute, Innovazione in agricoltura e valorizzazione dell’artigianato, Digital Divide, Turismo sociale) dando assistenza e supporto, gratuitamente, a tutte le Amministrazioni aperte a rinnovarsi e fare della gestione pubblica una politica volta al Bene Comune fatto di condivisione,  inclusione, partecipazione e coesione.

Il bando, con la relativa manifestazione d’interessi è rivolto ai piccoli comuni della Campania (quelli con una popolazione inferiore ai 70.000 abitanti)  si candidano a divenire Comuni capaci di innovarsi e di rinnovare le proprie pratiche di welfare comunale, con la volontà di riaffermare la coesione sociale e la qualità di vita delle piccole comunità a fronte della sempre più dilagante invivibilità dei grandi centri urbani e delle periferie metropolitane.

Ecco nel dettaglio il documento programmatico che la Caritas Sannita sottoporrà ai Comuni che intendono aderire al Bando. La Rete campana dei Piccoli Comuni del Welcome, “diretta” dalla Caritas beneventana, dovrà condivide una serie di dichiarazione di intenti tra cui una politica di welfare locale ad “esclusione zero”: grazie agli attuali strumenti Europei e Italiani contro l’indigenza e per l’inclusione sociale (Sistema Inclusione Attiva, PON inclusione, Strategia Nazionale per le Aree Interne) è concretamente possibile perseguirla. Ed ancora. Grazie agli attuali strumenti normativi regionali in materia di riabilitazione del disagio psichiatrico, delle disabilità fisiche ed intellettive, del recupero delle dipendenze patologiche, degli anziani fragili e dell’infanzia a rischio (Progetti Terapeutico Riabilitativi con Budget di Salute) è possibile attuare un welfare comunale capace di prendersi carico delle  persone fragili del proprio territorio, con percorsi capaci di incidere su Habitat, Formazione/Lavoro, Socialità/Affettività. C’è, inoltre, il fondo straordinario delle politiche di Asilo, gestito da Ministero dell’Interno ed Anci, attraverso il quale è possibile attivare in ogni comune una presa in carico personalizzata dei migranti, attraverso l’adesione al Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati e bloccare le distorsioni dell’attuale sistema di accoglienza basato sugli appalti delle Prefetture a privati interessati al business dell’accoglienza.
Attenzione, è riservata, grazie alle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche, alle risorse  sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico di un piccolo comune possono essere trovate nel corretto utilzzo di beni comuni quale il sole, il vento, la geotermia e l’acqua. Le complessità sociali che incidono sulla qualità di vita dei nostri territori ( disgregazione delle famiglie, bullismo, dipendenze patologiche, digital divide, incuria dei beni comuni, difficoltà a contemperare le esigenze occupazionali con le esigenze di tutela ambientale, depauperamento e desertificazione degli ex distretti industriali, difficoltà a valorizzare il genius loci)  richiedono una cura dei luoghi e delle relazioni sociali significative che un welfare comunale può promuovere molto meglio di attività centralizzate e lontane dal territorio.
Nell’epoca delle grandi migrazioni dal Sud del mondo verso i paesi storicamente ricchi, i comuni occidentali possono dividersi in “Comuni Accoglienti” o “Comuni Non Accoglienti”. Noi riteniamo che nessuna comunità possa oggi girare le spalle alla richiesta di accoglienza di milioni di persone povere del mondo che cercano rifugio da guerre, povertà, oppressioni o che semplicemente cercano una vita migliore nei paesi storicamente benestanti dell’Occidente cristiano. Un occidente che in passato ha visto la sua gente migrare in cerca di fortuna ed in fuga da conflitti mondiali ed oppressioni. Se il mondo si divide tra comunità accoglienti e comunità non accoglienti, noi vogliamo essere Comuni Acccoglienti, con intelligenza sociale e governance attenta dell’integrazione, anche finalizzata a contrastare i fenomeni di invecchiamento e di spopolamento dei nostri territori interni.
La rete dei Piccoli Comuni del Welcome vuole dunque agire in modo sinergico ed efficace sulle politiche di accoglienza e di inclusione, per chi viene e per chi c’è, utilizzando tutte le opportunità normative e scientifiche del welfare personalizzato e del welfare di comunità. Nei nostri piccoli comuni il welfare dovrà passare dalla concezione di “sicurezza sociale” alla nuova visione del welcome: un progettazione sociale locale capace di dare futuro ai comuni in via di spopolamento ed alle città che vivono un forte tasso di invecchiamento della popolazione.
Per raggiungere questi obiettivi i Comuni aderenti alla Rete ottengono l’assistenza gratuita dai promotori della rete per: progettare l’attivazione degli SPRAR in tutta la rete, creando un coordinamento operativo, culturale e programmatico tra tutti gli attori coinvolti; avviare la presa in carico personalizzata di nuclei familiari per l’uscita da una condizione di ndigenza, attraverso il Sistema di Inclusione Attiva, creando equipe multidisciplinari tra ente pubblico e no profit; promuovere l’applicazione dei Budget di salute per tutte le situazioni di disabilità e di malattie cronico degenerative; realizzare una mappatura del fabbisogno energetico; innovare i processi di agricoltura e di valorizzazione del lavoro artigiano perchè diventino leva di coesione sociale e di resilienza del territorio prima ancora che dello sviluppo economico; impegnarsi nella riduzione del Digital Divide per l’accessibilità alle rete informatiche globali a tutta la popolazione locale; promuovere turismo sociale nei piccoli comuni del welcome.
La Rete dei Piccoli Comuni del Welcome si impegna concretamente a: accogliere almeno 20 migranti sul territorio se inferiore ai 1.000 abitanti; accogliere almeno 50 migranti sul territorio se inferiore ai 30.000 abitanti; accogliere almeno 100 migranti sul territorio se inferiore ai 70.000 abitanti; attivare il SIA per tutte le famiglie con reddito zero; attivare i Progetti Terapeutico Riabilitativi Individualizzati con Budget di Salute per tutte i cittadini con una disabilità cronica, gli anziani fragili, le persone con problemi di dipendenza patologica, i sofferenti psichici, i minori con disagio; definire entro il primo anno di funzionamento della rete il fabbisogno energetico delle infrastrutture comunali per un passaggio alle fonti di energia pulita e promuovere la progettazione di fonti di energie rinnovabili; attuare piani di diffusione dell’agricoltura sociale e dell’artigianato; ridurre il digital divide in termini di accesso e di velocità al web, garantendo la banda larga a tutti i cittadini ed una velocità di 30 mbps per il 100% dei cittadini; promuovere la nascita di nuove infrastrutture leggere per il turismo sociale e diffuso.
Gioseph Izzo