Benevento – Alla luce di quanto è balzato alle cronache nazionale per la protesta di Vitulano ad accogliere altri migranti, il sindaco Clemente Mastella ha inviato stamani una lettera prefetto di Benevento, Paola Galeone, per richiamare nuovamente l’attenzione sull’ineludibile esigenza di un’equa distribuzione dei migranti richiedenti asilo sul territorio provinciale. “A fronte della stringente pressione migratoria cui è sottoposto il Paese, – si legge nella missiva – sono ben convinto che i Comuni debbano “fare la propria parte”, attraverso una “ponderata” disponibilità all’accoglienza, in ordine alla quale il Comune di Benevento mi risulta sia “in prima linea”; ritengo tuttavia che le criticità vadano affrontate in termini complessivi, sulla base di criteri di equità dettati dal Governo stesso”.
Per il sindaco di Benevento è inaccettabile il metodo con cui è stata revocata la l’assegnazione di 34 migranti in una struttura di accoglienza del Comune di Vitulano a seguito delle rimostranze di quel sindaco, peraltro messe in atto con modalità che rasentano inammissibili “vie di fatto“. “Debbo al riguardo rammentare – scrive ancora Mastella – che attualmente sul nostro territorio sono ospitati oltre 400 migranti, di cui 60 nel sistema SPRAR, numero notevolmente superiore al rapporto di 2,5 per 1000 abitanti sancito dall’accordo tra l’ANCI e il Ministero dell’Interno, alla stregua del quale il Comune di Benevento dovrebbe farsi carico di 162 migranti; senza considerare che gli stranieri ospitati al Bei Park Hotel di Contrada Epitaffio (cui si aggiungono ora quelli “rifiutati” dal Comune di Vitulano), pur formalmente ascritti al Comune di Apollosa, di fatto gravitano su Benevento”.
Alla luce di tutto ciò il sindaco Mastella ha quindi nuovamente invitato il prefetto a farsi carico delle iniziative di sua competenza per la redistribuzione degli stranieri sul territorio in base al citato criterio ANCI -Ministero degli Interni. “Tutto ciò – ha chiarito il primo cittadino – per evitare motivi di conflitto sociale tra i penultimi della società, ovvero quelli che vivono in condizioni di grande precarietà, e gli ultimi, cioè i migranti. La situazione rischia di diventare esplosiva. Per questo bisogna intervenire con urgenza”.