Napoli – Pascal Rophé ospite del prossimo appuntamento sinfonico in un concerto che celebra Ravel e Stravinskij

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Napoli – Giovedì 23 febbraio 2017, ore 18.00 nuovo appuntamento della Stagione di concerti 2016 – 2017 al Teatro San Carlo. L’Orchestra del Massimo napoletano sarà guidata da Pascal Rophé in un programma novecentesco che include Le tombeau de Couperin per orchestra e Ma Mère l’Oye, Cinq pièces enfantines sempre nella versione per orchestra di Maurice Ravel, di cui ricorrono gli 80 anni dalla morte (1875 – 1937), e L’oiseau de feu, suite dal balletto, nella versione del 1919 di Igor Stravinskij (1882 – 1971).

Musicista innovativo e appassionato, Pascal Rophé è uno dei direttori d’orchestra francesi in piena maturità. Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue incisioni discografiche con l’Orchestre Philharmonique de Radio France. Benché sia noto principalmente come specialista del repertorio del XX secolo, si è costruito una reputazione invidiabile anche per esecuzioni del grande repertorio sinfonico del XVIII e XIX secolo. Rophé ha collaborato con molte importanti orchestre in Europa, Cina e Giappone, ed è stato direttore musicale dell’Orchetre Philharmonique Royale di Liegi per tre anni, fino al giugno 2009.
Ad aprire il programma della serata Le tombeau de Couperin, di Maurice Ravel (1875 – 1937) composizione dalla gestazione estremamente travagliata, sia per le vicende belliche, che videro il compositore arruolarsi volontario nell’esercito francese, sia per le vicende private, a causa della perdita della madre. La composizione è un omaggio a Francois Couperin le Grand, clavicembalista presso la corte di Luigi XIV, ma anche più in generale al barocco musicale francese. Con questo lavoro, eseguito per la prima volta, nella versione per orchestra, il 28 febbraio 1920, Ravel si inserisce in modo personale nella corrente “neoclassica”, contrapponendosi all’avanguardia francese, a Erik Satie e al Gruppo dei Sei (Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre, Georges Auric, Louis_Durey).
Sempre di Ravel verranno eseguiti Ma Mère l’Oye, Cinq pièces enfantines composti nel 1911, nati in realtà, nella versione originale, per pianoforte a quattro mani. L’opera, dedicata a figli di amici, Mimie e Jean Godebski, fu eseguita per la prima volta il 20 aprile del 1910, ispirata alle fiabe di autori francesi del XVII secolo.
Ravel compose il primo (Pavane de la belle au bois dormant) e il secondo pezzo (Petit Poucet) pensando a Charles Perrault, mentre Laideronette, imperatrice des pagodes e Entretiens de la Belle et de la Bete (terzo e quarto) sono ispirati a Il Serpente verde di Mme d’Aulnoy e La bella e la bestia di Mme Leprince de Beaumont. Accordi lievi, melodie semplici, temi raffinati e seducenti conducono fino al quinto pezzo Le Jardin Féerique.
 Infine, in chiusura, la scaletta prevede L’oiseau de feu, opera cardine nell’esperienza creativa di Igor Stravinkij (1882 – 1971), che trasformò il compositore ventottenne da semisconosciuto discepolo di Rimskij-Korsakov a grande autore internazionale e segnò l’inizio della lunga collaborazione fra Stravinskij e la compagnia dei Ballets Russes di Sergej Diaghilev. Stravinskij si dedicò alla nuova partitura fra il novembre 1909 e il maggio 1910 e raggiunse i Ballets Russes a Parigi per assistere alla prima del balletto che si avvaleva della coreografia di Fokin. L’oiseau de feu doveva rimanere una delle partiture più popolari del compositore, tanto che ben tre furono le suites pubblicate con la revisione dell’autore. La prima nel 1911, la seconda suite del 1919 – la più diffusa – è basata su una orchestrazione ritoccata e su una selezione di pagine quasi interamente differente; mentre la terza suite, del 1945, si basa su dieci numeri complessivi, cinque dei quali sono quelli della suite del 1919.