Mirabella Eclano(AV)- Dopo quindici anni il ricordo dei curdi trovati morti è ancora vivo. Per non dimenticare

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Mirabella Eclano (AV)-  Si erano raggomitolati, in nove, dentro un camion , tra scatoloni ed un’ automobile, dalla Grecia. Dal porto di Igoumenitsa,volevano arrivare in Italia, che sarebbe stata la prima meta dalla quale, in seguito, raggiungere l’Inghiletrra, la Francia ed il Nord Europa dove avrebbero, finalmente, conosciuto la libertà. E non la guerra, dalla quale stavano scappando.

Morirono in cinque, asfissiati, tutti curdi iracheni, come gli altri, che si erano messi chissà come in mezzo a tutta quella roba che una ditta di traslochi romana, partita da Sofia, portava nella Capitale. Mentre bevevano un caffè, alla stazione di servizio di Mirabella Ovest, chi portava il tir si accorse dei rumori che provenivano dall ’interno. Per cinque curdi non ci fu più niente da fare, mentre gli altri quattro si salvarono. E proprio lì, in quel posto, il Comune di Mirabella fece erigere una stele a ricordo di quei giovani.

Accadde quindici anni fa. E, come ogni anno, la Cgil zonale Valle Ufita, con Gianni Villani tra i primi a stare vicino a chi era sopravvissuto e che ha fatto tanto, con il
professore Giovanni Maraia, per far aver un degno ritorno a casa, tra le montagne del Kurdistan, a chi non ce l’aveva fatta, insieme ad associazioni, volontari, sindacati si ritrova in quella stazione di servizio per commemorare quei cinque ragazzi morti che , in qualche modo, annunciavano la tragedia dell’immigrazione che viviamo in questi giorni. Insieme a Villani, questa mattina, anche i parenti dei ragazzi del Kurdistan che, adesso, si trovano in altre Nazioni europee.

Il sindacalista Cgil ha voluto ricordare quei momenti con un verso di Erri De Luca:”Potete respingere, non riportare indietro.

E’ cenere dispersa, la partenza. Noi siamo sola andata”.
Giancarlo Vitale

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