Covino, Pugliese, Savino, Nitti , Petruzzo ma non solo contribuirono alla “Promozione” del Gesualdo nel campionato 1998-1999

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Il Gesualdo, nell’ultima partita di Campionato di I categoria girone D, affronta lo Sturno in casa. Vincendo, matematicamente sarebbe primo in classifica,  senza dover attendere il risultato del confronto tra Bisaccese e Rocca San Felice. I ricordi vanno a tanti anni fa , quando nel campionato 1998-1999 il Gesualdo vinse il campionato di I categoria. Il presidente allora era  Vincenzo Forgione, l’allenatore Pasquale Covino.

Abbiamo chiesto a Covino di andare indietro nel tempo e raccontarci di quella stagione vincente. Ci risponde così:” All’inizio c’era molta confusione, bisognava amalgamare giocatori nuovi, ci volle tempo per trovare l’assetto giusto. Ero sotto del ciclone, rischiavo ogni partita. Le responsabilità erano tutte le mie, feci scelti difficili: Mario Pugliese lo misi spesso in panchina. C’erano tante squadre forti ma soprattutto Montemarano. Lanciai Enzo Savino, segnava ogni domenica anche Maurizio Nitti realizzò tante reti. Carbone, Fiorentino, Chieffo furono importanti per noi . Il gruppo dei paesani mi diede la forza di andare avanti nei momenti difficili. Sono convinto che sarebbe bastato il gruppo di gesualdini per vincere, la società era amante dei forestieri. Eravamo forti fisicamente, tecnicamente . Peccato non mi ritennero all’altezza di proseguire nel successivo campionato di Promozione”.

Il gol decisivo di quella stagione fu segnato da Enzo Savino, di quel percorso vincente ci racconta :”Quello è stato davvero un gran campionato, giocatori di ottimo livello in tutte le squadre, la nostra davvero forte, forse un pò troppi “forestieri” ma tutti di categoria superiore! Si, il gol vittoria a Montemarano lo segnai io, eppure per scelta tecnica quella partita fui lasciato fuori, entrai poco dopo l’inizio del secondo tempo. Ci fu un rilancio lungo del portiere del Montemarano, arrivò quasi a limite della nostra area, Alberto Noviello, di prima senza farla battere a terra, la rilanciò, rubai il tempo ai due difensori che stavano ai miei lati e, sull’uscita del portiere, di punta feci un mezzo pallonetto.  Non rimasi anno successivo, avevo 20 anni e volevo giocare, l’anno dopo a Vallesaccarda in prima feci 20 gol. I punti di forza di quell’anno fummo noi paesani, giovani e vecchi, capaci di tenere un gruppo unito fino alla fine”.

Un pensiero affettuoso lo riserva all’allenatore che lo lanciò:” Covino, non era bravo, di più, non gli sono stati mai riconosciuti tutti i meriti per quello che ha fatto. Si vedeva che era stato un grande calciatore, cambiò il nostro modo di fare calcio, dall’allenamento durante la settimana all’approccio della partita la domenica. Non era facile fare calcio in una piazza come Gesualdo dove si parlava di questo 7 giorni su 7 ma lui fu bravissimo a gestire tutte le situazioni. A me ha insegnato tanto anche perché era stato uno dei più forti centravanti e, facendo lo stesso ruolo, i suoi insegnamenti mi sono stati utili negli anni successivi”.

Spesso capitano in quella stagione fu Andrea Petruzzo.  Questo ricorda di allora:” Ci fu una  grande unione e partecipazione della comunità. Eravamo un gruppo straordinario, fatto prima di uomini e poi di calciatori. Ed il grande mister Covino, lo ricordo come un grande motivatore, caricava la squadra con discorsi legati al senso di appartenenza del paese. Feci un buon campionato, era il mio primo anno, 15 presenze. La vittoria decisiva fu a Montemarano, più di 500 persone a vedere la partita. Rimasi anche nei campionati di Promozione, 4 anni, ho fatto anche il capitano, ero fuori quota. Ho collezionato più di 300 presenze con questa maglia in 15 campionati.  Quel periodo fu anche occasione di far nascere legami, nacque un bel rapporto con Fabio Carbone con il quale ancora oggi conservo un grande rapporto di amicizia.  Il calcio a Gesualdo è l’unico fattore che mantiene la comunità unita, ha forte impatto sociale”.