SULLE ORME DI FRANCESCO di Nicola Prebenna

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Papa Francesco e l’Imam Ahmad al Tayyib di Al Hazhar aprono il futuro. Il presente è caratterizzato da fatti ora quotidiani, ora straordinari. La visita di papa Francesco negli Emirati Arabi e la firma del documento sulla fratellanza umana sono eventi epocali. Non si tratta solo di un omaggio alla storia, non si è voluto solo ripercorrere la strada del poverello d’Assisi, ma si è voluto gettare un ponte per un futuro meno buio e più solidale e fraterno tra le religioni monoteiste più diffuse al mondo. Dopo secoli di incomprensioni, diffidenze, scontri, dopo la furia assassina di gruppi di terroristi che pretendono uccidere in nome di Dio, Papa Francesco e il Grande Imam Ahmad al Tayyib di Al Hazhar, la scuola coranica per eccellenza del mondo islamico, hanno scritto una pagina che resterà nella storia. Il documento sulla fratellanza umana segna un punto di svolta epocale. Certo, non è un documento a realizzare quello che si desidera. La lettura del passato ci insegna e ci ricorda che le conquiste non si realizzano solo con la sottoscrizione di documenti, pur importanti. E’ necessario che i contenuti, le volontà espresse trovino alimento e nutrimento nelle coscienze, e che siano i comportamenti a dare compimento alle dichiarazioni. La pazienza e la lentezza della storia non debbono costituire alibi per non sottolineare la straordinarietà di quanto accaduto oggi in terra islamica. Di sicuro, anche se è triste dirlo, non cesseranno le persecuzioni nei confronti dei cristiani, la via della tolleranza non sarà facile, probabilmente frange di terroristi continueranno a mietere vittime innocenti, ma un orizzonte è stato delineato, una prospettiva è stata individuata, e di sicuro il futuro sarà meno triste e sanguinoso del recente passato e del presente. La storia ha bisogno di scelte coraggiose, le difficoltà del presente non debbono indurre chiusure e blocchi; occorre che si rafforzi la convinzione che il futuro è nelle mani degli uomini, animati dallo spirito di fraternità, se è vero che siamo tutti figli dello stesso padre. La fede in un dio supremo, onnipotente, padre dell’umanità, prescindendo dai culti e dalle storie particolari che possono in tutta tranquillità continuare a essere praticati, o che si sia di fede ebraica, o cristiana o islamica, è la premessa per sentirsi tutti fratelli, diversi, ma accomunati dalla consapevolezza che siamo tutti fratelli e che la pretesa di servirsi, fraudolentemente, della religione per perseguire assassini e uccidere i fratelli, è offesa a dio e va respinta con estrema decisione. Non siamo in grado di dire quanto sarà grande l’effetto, ma un dato è certo: è partita una nuova fase storica: sta a noi, a tutti gli uomini di buona volontà, a tutti coloro che hanno forte il senso della comune appartenenza alla famiglia umana, adoperarci perché i principi proclamati trovino nei nostri comportamenti, nelle nostre azioni, pratica attuazione. Ed una preghiera per gli attori della svolta, papa Francesco e l’imam Ahmad al Tayyib, e per quanti si sono adoperati perché l’evento si realizzasse, è il segno della condivisione del messaggio e la prova che crediamo fortemente nel cambiamento.