Ariano Irpino (AV) – Il Presidente della Comunità Montana dell’Ufita, Carmine Famiglietti: “Ora tocca a me spiegare i fatti, l’occasione mi viene offerta dalle tendenziose esternazioni di ex amministratori dell’Ente”

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Riceviamo e Pubblichiamo dal Presidente della Comunità Montana dell’Ufita, Carmine Famiglietti.
“Da tempo desideravo dare ai concittadini dei Paesi che fanno parte della Comunità Montana dell’Ufita elementi per giudicare l’operato della Giunta Esecutiva da me presieduta; l’occasione mi viene offerta dalle tendenziose esternazioni di ex amministratori dell’Ente.
Vengo ai fatti.
La mia Amministrazione, insediatasi il 12 agosto 2014, ha ereditato condizioni problematiche, ad onor del vero, condizioni drammatiche, che per maggiore comodità sono meglio specificate nel seguente elenco:
1) Risultavano non liquidate retribuzioni a favore dei dipendenti risalenti a Gennaio 2012
2) Risultavano procedimenti monitori e procedure esecutive a seguito di azioni giudiziarie contro l’Ente (oltre 130).
3) Contro le azioni a recupero del credito di lavoro, risultavano promosse procedure di opposizione sia a decreti ingiuntivi che a pignoramenti.
4) A seguito di procedure esecutive definite dal Tribunale di Ariano e, per successione, dal Tribunale di Benevento, veniva accertata una aggressione ai fondi in tesoreria pari a oltre 2.000.000, 00 di euro
5) Relativamente all’anno 2011, a fronte di mancato trasferimento dei fondi stanziati per la forestazione, la Regione avanzava ipotesi di transazione, quantificando a 1.050.000,00 euro il ristoro, ovvero ad un ammontare pari a poco più di 1/3 del credito accertato dalla giunta precedente. Una delle prime delibere della Giunta Esecutiva da me presieduta è stata, invece, la revoca dell’autorizzazione, data dalla precedente Giunta, alla stipula della transazione di cui sopra con la Regione Campania per l’importo di € 1.050.000,00 relativamente al contenzioso promossa dall’Ente per “mancati trasferimenti 2011 “. Successivamente, grazie al nostro intervento, riuscimmo a rinegoziare la transazione per un importo di € 1.878.000,00, che, diversamente da quella in precedenza deliberata, rispettava i canoni della reciproca convenienza (oltre i 2/3 dell’ammontare).
6) Erano assenti i bilanci di previsione anni 2012, 2013, 2014
7) Mancavano i conti consuntivi relativi agli anni 2012, 2013,
8) La nomina da parte della Prefettura di Avellino di commissario prefettizio per la redazione dello schema di conto consuntivo anno 2012
9) La gestione approssimativa delle opere finanziate con i fondi regionali PSR con l’effetto conseguente della decurtazione, da parte della Regione, di importi e il timore di revoca dei decreti di finanziamento
10) L’assenza assoluta delle previste rendicontazioni da consegnare alla Regione Campania per l’accreditamento delle risorse assegnate per la realizzazione dei lavori di forestazione
11) I crediti vantati nei confronti della Regione e non riscossi regolarmente a causa della mancata rendicontazione, ammontavano ad oltre 2.000.000,00 di euro
12) Risultavano passività accertate per il mancato finanziamento regionale dal 1° gennaio 2012 al 20 settembre 2012, pari a 2.089.000,00 euro, non richiesto – secondo gli organi della Regione – tempestivamente dalla amministrazione precedente e per il quale questo Ente è in causa con la Regione per il recupero e il risarcimento del danno.
Queste ed altre “distrazioni” del precedente esecutivo portavano l’ente a condizioni a dir poco disastrose, tanto da non pagare gli stipendi ai dipendenti per oltre trenta mensilità.
La nostra amministrazione, che nulla poteva contro una piena di esecuzioni forzose, ha tentato di attenuare i danni, facendo accordi transattivi che hanno portato benefici all’Ente in termini di risparmio di spese, già liquidate dai giudici.
Poi si procedeva – con non poche difficoltà – a produrre tutte le rendicontazioni morose e alla formazione dei bilanci, tanto che il 5 novembre del 2015, nella stessa seduta consiliare, venivano approvati i bilanci precedenti e quello corrente. (quattro preventivi e tre consuntivi).
Per quanto riguarda la vicenda pagamenti agli operai,
In seguito all’incontro richiesto da me, con il consigliere delegato Avv. Alfieri, con le organizzazioni sindacali Regionali e con UNCEM, alla presenza di operai e sindaci della maggioranza sensibili alle vicende degli operai, il consigliere Alfieri, supportato dai conti forniti dai dirigenti della Regione stessa, ha dichiarato che la nostra è l’unica comunità Montana a posto con i conti e le rendicontazioni, è una delle comunità in cui gli operai avanzano 4 mensilità oggi 3, mentre altre comunità Montane hanno arretrate fino a 14 mensilità meravigliandosi degli attacchi dei sindacati ad una comunità Montana virtuosa.
Il consigliere Alfieri ha annunciato in quella sede che sarebbero stati ripartiti 30 milioni di € come poi deliberato il 23/01/2019; al suo impegno per la risoluzione dei problemi dei forestali va la nostra attestazione di stima e di riconoscenza.
Ebbene, ad oggi, con la sola eccezione degli esiti del giudizio ancora in corso con la Regione Campania per il risarcimento del danno anno 2012, tutto quanto ciò che era un problema ha trovato soluzione.
Allo stato, gli insoluti con il personale del comparto forestazione sono minimi, quasi insignificanti se rapportati agli insoluti stipendiali di altri enti delegati.
Infatti gli impiegati e gli operai a tempo indeterminato sono in credito di 3 mensilità ordinarie (Ottobre, Novembre, Dicembre 2018) e di una mensilità aggiuntiva (13° mensilità 2018) e gli operai a tempo determinato sono in credito di 3 mensilità (Settembre, Ottobre, Novembre 2018) e tutto questo nonostante la continua riduzione degli stanziamenti da parte della Regione Campania e i ritardi nella erogazione delle somme. Mensilità che saranno corrisposte tutte o in parte appena perverranno – speriamo a breve – i soldi del riparto dei 30 milioni e sicuramente raggiungeremo la parità appena arriveranno le somme degli altri 30 milioni di € che la regione deve ancora ripartire. Per il 2018 dobbiamo avere ancora circa 4.200.000 €.
Prendiamo atto con soddisfazione che gli operai – e di questo li vogliamo ringraziare – da quando ci siamo noi non hanno fatto più decreti ingiuntivi, avendo capito che altrimenti avrebbero danneggiato solo se stessi.
È quindi forse il caso di chiedersi: perché non furono approvati i bilanci? e soprattutto perché non furono fatte le Rendicontazioni anni 2011, 2012 e 2013? Perché non fu richiesto con le forme e i termini di bando il finanziamento regionale dal 1° gennaio 2012 al 20 settembre 2012, per 2.089.000,00 euro per il cui recupero questo Ente è in causa con la Regione? Che facevano gli amministratori? Cosa hanno fatto per evitare la marea di decreti ingiuntivi prodotti da operai e dipendenti? Che cosa amministravano?
Come furono gestiti i fondi PSR? Per i quali abbiamo subito altri tagli e proposte di revoche?
È certo che queste inadempienze hanno generato gravi problemi alla Amministrazione dell’Ente che, invece, con la nostra gestione ha raggiunto il traguardo nell’anno 2017 della parità delle mensilità.
È appena il caso di precisare che la Comunità Montana ufita non ha mai pagato in esecuzione di decreti ingiuntivi, non per cattiva volontà ma per assenza di liquidità e che i creditori hanno realizzato l’adempimento forzoso mediante procedure esecutive con pignoramento presso il tesoriere sfociate in ordinanze di pagamento del giudice dell’esecuzione.
A riprova della bontà e della fondatezza di quanto sto illustrando è il fatto che l’Ente ha dovuto effettuare la regolarizzazione in tesoreria dei pagamenti eseguiti dal tesoriere senza mandato.
Devo una speciale risposta al consigliere di minoranza dell’Ente Montano Carmine Di Giorgio che, negli ultimi tempi, si accanisce nel ruolo di accusatore dell’operato mio personale e della Giunta da me presieduta.
Ricordo all’ing. Di Giorgio che egli è stato assessore e vice presidente della Comunità Montana Ufita nella consiliatura 2009 – 2014 e quindi tra i principali artefici dello sfascio amministrativo e finanziario dell’Ente che noi abbiamo dovuto fronteggiare.
Gli ricordo in particolare che:
* la massima parte degli incarichi conferiti ai legali è opera sua e della sua giunta: per cui mi sembra assurdo e stucchevole che egli si sforzi in tutti i consessi di imputare a me le gravose “spese legali” che indica agli operai come la causa del loro mancato pagamento;
* a lui e alla sua giunta, come sopra precisato (mancate rendicontazioni; mancata approvazione dei bilanci; gestione inoculata dei PSR, etc.), sono da attribuire le cause della attivazione dei tanti contenziosi da parte degli operai, che il Di Giorgio dice essere di “inceppo” al pagamento delle retribuzioni;
* non mi riconosco nella veste di “tiranno” che egli mi attribuisce nei tanti, malriposti sfoghi biliosi, ispirandosi l’operato mio e della Giunta Esecutiva sempre e solo esclusivamente alla tutela degli interessi dell’Ente.
* non è stato e non è mio costume rinfocolare gli animi sofferenti degli operai che non ho mai istigato ad agire contro l’Ente e ai quali ho sempre inculcato il senso della istituzionale fiducia nell’attività amministrativa dell’Ente e della Regione Campania, da cui ci attendiamo, avendo le carte a posto, la ripartizione e l’assegnazione dei fondi;
* quanto alla critica su un’incongrua assegnazione di fondi per il Comune di Carife, solo nell’anno 2014 – quando egli era assessore e vice presidente della “Comunità di tutti” – Carife e altri Comuni amici che esprimevano la Giunta prendevano ciascuno dai quattrocento ai cinquecentomila euro circa, mentre gli altri comuni aderenti dovevano contentarsi delle briciole. Basta venire in ufficio e confrontare i riparti annuali.
* Ricordo che la legge regionale impedisce di intervenire sulle stesse superfici boschive nel quinquennio successivo.
* Dal nostro insediamento abbiamo ripartito le somme in maniera equa;
* E concludo ringraziando chi mi ha sostenuto in questo quinquennio, la giunta e i sindaci della maggioranza che accettando il principio della rotazione degli assessori hanno dimostrato l’esclusivo interesse per il bene dell’ente e non la conservazione di qualche poltrona.
* Maggioranza che si è ricompattata in particolare quando i miei due sindaci confinanti con Castel Baronia capeggiata dal signor Collella, Sindaco di San Nicola Baronia (come da lui stesso dichiarato in consiglio) tentavano ancora volta di ribaltare questa amministrazione incassando l’ennesimo insuccesso”.