No al Biodigestore a Chianche, proposte alternative dei Sindaci alla Regione Campania

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No al Biodigestore a Chianche: Nota dei Sindaci dei Comuni  alla Regione Campania

La vicenda dell’ipotesi del biodigestore a Chianche (AV) è giunta a uno snodo ineludibile rispetto al quale occorre prendere posizioni chiare e coerenti da cui la proposta da sempre sostenuta da questo Coordinamento di non realizzare l’impianto di trattamento industriale dei rifiuti solidi urbani  per oggettive e documentate incompatibilità di natura urbanistica, idrogeologica, logistica, ambientale e vocazionale dei territori di pregio dell’area D.o.c.g. del “Greco di Tufo” .

Un sito, è giusto ricordarlo,   individuato attraverso un semplice “Avviso di manifestazione di interesse” priva di una istruttoria propedeutica,  senza vagliare le criticità del territorio,  selezionato non considerando il rispetto del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e i  diversi siti idonei che esso pur contempla per queste tipologie di insediamenti produttivi, identificato con  un’area P.I.P. non più vigente, non attrezzata nelle infrastrutture primarie che comporterà dei costi , per espropri, opere di urbanizzazione e depurazione incredibilmente superiori a qualsiasi altra scelta che si potrebbe tranquillamente operare nell’ambito delle diverse aree industriali in disuso disseminate lungo gli assi a scorrimento del territorio irpino , in particolare quelle legate alla ricostruzione post-sismica, già predisposte ad accogliere iniziative produttive e compatibili sotto tutti i profili tecnici e  amministrativi ed economicamente meno onerose .

Le competenze in materia, dalla costituzione dell’ATO Rifiuti di Avellino, avvenuta ben due anni or sono, e in particolare dalla sua compiuta operatività istituzionale,  registratasi da ben sei mesi, erano quelle di procedere a realizzare un Piano industriale integrato provinciale dei rifiuti e solo a un aggiornamento della mappatura dei siti  idonei  in modo che l’organismo deputato, il Consiglio d’Ambito, avesse tutti gli elementi per una serena valutazione della scelta dell’area seguendo non l’assurda logica dell’auto candidatura da parte di singoli comun ma quella seria e razionale dei criteri ottimali.

Oltretutto sono anche da considerare i dati non secondari di una reale previsione del fabbisogno di trattamento della frazione R.S.U. umida, tenuto conto della natura prettamente rurale della nostra provincia  e il  mai seriamente sperimentato sistema di compostaggio di comunità, nonché la  presenza di strutture private attualmente operative  a pieno regime.